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Romania. Iohannis, ‘Bucarest ancora di stabilità per regione e ponte tra Ue, Ucraina e Moldavia’

Creato il 27 febbraio 2015 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

iohannis_klausdi Giacomo Dolzani

Durante la sua ennesima visita a Chisinau, la capitale moldava, il presidente rumeno, Klaus Iohannis, ha rilanciato ancora una volta il ruolo di Bucarest come ponte per l’ingresso nell’Unione Europea della Moldavia e dell’Ucraina.
Iohannis ha infatti affermato in una conferenza stampa che “la Romania costituisce un’ancora di stabilità per tutta la regione ed un partner per i paesi vicini, specialmente per Chisinau e Kiev”.
Mentre l’Ucraina, in seguito alla rivoluzione europeista, ha dovuto subire una vera e propria invasione da parte delle forze regolari di Mosca in Crimea e dei miliziani filorussi nell’est del paese, anche la Moldavia, benché in minor grado, risente ancora dell’influenza esercitata dalla Russia.
Il governo filo europeo di Chisinau, che da cinque anni sta governando la repubblica ex sovietica, non è ancora riuscito ad emanciparsi dal peso che tutt’oggi esercita Mosca sulla politica, tramite partiti filorussi all’opposizione, e sull’economia del paese, le cui forniture di gas provengono quasi interamente dalla Russia. In questo senso il governo di Bucarest, in collaborazione con Bruxelles, sta lavorando per allentare questo legame e, solo pochi mesi fa, è entrato in funzione il nuovo gasdotto che porterà in Moldavia metano proveniente dalla Romania, fornendo al paese una fonte di rifornimento alternativa, benché ancora minoritaria.
Dal canto suo il Cremlino ha minacciato Chisinau, la quale lo scorso anno ha firmato un accordo di associazione con l’Ue, che in caso di integrazione nella Comunità Europea il prezzo del gas naturale potrebbe subire un aumento mentre le ambizioni moldave di riottenere il controllo sulla Transnistria, regione compresa tra Moldavia ed Ucraina, autoproclamatasi indipendente ma non riconosciuta da nessuno se non dalla Russia, potranno tranquillamente essere abbandonate. L’avanzare verso est dei confini di Nato ed Unione Europea sta infatti preoccupando Mosca, la quale ha notevoli difficoltà a rispondere tramite i canali della diplomazia, principalmente a causa delle possibilità di sviluppo economico offerte da Bruxelles, notevolmente superiori a quelle che presenterebbe un avvicinamento alla Federazione Russa ed all’Unione Eurasiatica, e che hanno spinto gran parte delle repubbliche ex sovietiche dell’Europa orientale a scegliere l’Occidente.

da Notizie Geopolitiche



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