Magazine Arte
Dopo le meraviglie dell'immenso "Die Aesthetik der Herrschaftsfreiheit" (uscito in versione box triplo album sul finire dell'anno scorso e, successivamente, suddiviso in 3 cd separati, Aufbruch - A Cross of Wheat, Aufruhr - A Cross of Fire e Aufgabe - A Cross of Flowers, nei primi giorni di quest'anno) Jerome Reuter ritorna sulla scena con un nuovo disco: Hell Money, edito dalla Trisol.Il "cantautore" lussemburghese è uno degli artisti più prolifici e ispirati della scena indipendente mondiale e non è facile stargli dietro. La sua musica si evolve, ritorna sui propri passi, riserva un'occhiata al futuro e, poi, d'improvviso, presenta un ritorno di fiamma del passato, senza dare il tempo di abituarsi al cambiamento. Il monumentale Die Aesthetik era farcito di atmosfere e suoni neo folk, marziali, industrial e sperimentali, anche se non mancavano le soluzioni sonore più pacate, classiche e quasi cantautorali mutuate dal disco della svolta, il discusso Nos Chants Perdus. Questo nuovo album, invece, mischia nuovamente le carte e, qui, Reuter, inverte le percentuali di concentrazione delle sonorità oscure di origine neofolk e industrial, e quelle di matrice neo cantautorale, intimistiche, malinconiche e quiete, che in questo album prendono nuovamente il sopravvento. In ogni caso non mancano intermezzi vocali, rumori disturbanti, ombre inquiete e soluzioni sonore di matrice darkwave, neo folk, anche se diluite in un contesto leggermente più addomesticato e morbido. Forse, con questo Hell Money, Jerome Reuter ha trovato il giusto bilanciamento della sua arte di frontiera e riesce a confezionare un album che, in teoria, potrebbe raggiungere una fetta di pubblico più ampia, in quanto non dovrebbe dispiacere anche a chi ascolta abitualmente Nick Cave, Mark Lanegan o addirittura Leonard Cohen. Qui la qualità è sempre elevatissima e il disco, pur non raggiungendo il livello di Flowers From Exile o del succitato triplo cd dell'anno scorso, è di una bellezza struggente, oscura e malinconica, ma non eccessivamente difficile da apprezzare, anche per i comuni mortali.I brani più interessanti, però, sono quelli che riportano alla mente le epiche gesta della storia dei/di Rome: la magnifica Amsterdam, The Clearing, che nella parte iniziale ricorda non poco il gioiello più prezioso di casa Rome, To Die Among Strangers, il singolo Fester, la malinconica ballata Tightrope Walker, Golden Boy e This Silver Coil.
Tracklist:
01.Tangier Fix02.Fester03.This Silver Coil04.Rough Magic05.Among The Wild Boys06.Amsterdam, The Clearing07.Silverstream08.Tightrope Walker (Wild Milk)09.Pornero10.Golden Boy11.Red-Bait12.The Demon Me (Come Clean)
Trisol - 2012
voto: 8,5
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