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Romiti parla. Silvio parla. Sallusti parla. In Italia parlano proprio tutti

Creato il 26 maggio 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Romiti parla. Silvio parla. Sallusti parla. In Italia parlano proprio tutti

Lasciamo da parte l’”Omnibus”, perché di commentare reiteratamente le porcate delle mezzeseghe non ne abbiamo voglia. La tentazione comunque di sottolineare che a Silvio del nucleare non frega una mazza e che le sue attenzioni sono rivolte al “legittimo impedimento” è forte, ma ci asteniamo, facciamo finta che tutti lo sappiano. Lasciamo da parte il duello napoletano. Compare Alfio-De Magistris e Compare Turiddu-Lettieri sono alla stretta finale e, da quello che sembra, Compare Alfio è in vantaggio. È vero che c’è sempre il rischio Santuzza-Cosentino che potrebbe augurare la “malapasqua”, però dovrebbe andare a finire come a teatro: “hanno ammazzato compare Turiddu”. Lasciamo da parte la fiction “Milano da trangugiare”, perché la Morattifamily sta rischiando di rimetterci l’osso del collo. Dicono infatti che, da qualche giorno, i “texani” abbiano ingaggiato centinaia di figuranti travestiti da zingari, profughi nordafricani, arabi, arabe con tanto di chador e di burka, femminielli in trasferta da Napoli, giovanotti con la testa rasata e la mente sgombra (da pensieri) che fanno finta di essere leoncavallini, e li facciano girare per la città con i simboli della campagna elettorale di Pisapia all’occhiello. Tutto questo sperpero di denaro, compensato comunque al primo aumento di benzina, per dimostrare che con Pisapia, Milano è destinata a diventare una Babele, o forse, una Babilonia. Lasciamo da parte il fatto che Berlusconi continui ad andare da Bruno Vespa come se si recasse nel salotto di casa sua, facendola da padrone. E non pensiamo neppure per un momento che ha avuto la faccia tosta di dire che contro di lui c’è in atto un’aggressione mediatica perché, cari amici, fratelli e compagni, al nostro mezzo fegato ci teniamo ancora. Ma come possiamo non incazzarci se Silvio schiera dalla parte dei suoi nemici anche il Corriere della Sera, La7 e Sky? Lasciamo da parte anche la lista della spesa di Anemone, perché un limite a tutto dovrebbe sempre esserci, figuriamoci alla vergogna. E glissiamo elegantemente sulle spese che il costruttore ha sostenuto per lavare le mutande di Bertolaso, anche se dobbiamo prendere atto che il ragioniere di Anemone è di una pignoleria imbarazzante, ha contabilizzato perfino gli scontrini. Lasciamo da parte il fatto che la Chiesa ha iniziato a scaricare l’”utilizzatore finale” impedendo, con una bolla papale, a monsignor Fisichella di continuare a contestualizzarne i peccati. E lasciamo anche da parte l’invito del cardinale Bagnasco a rinverdire (rinnovare) la classe politica: “Ci servono politici cattolici nuovi”, ha detto il presidente della Conferenza Episcopale Italiana. A Bagnasco vorremmo chiedere: “Eminenza, ma che le hanno fatto i laici?”, sarebbe però una domanda inutile a fronte di un solido 8 per mille da tutelare con le unghie, con i denti e una nuvoletta d’incenso. Ma dopo aver lasciato da parte tutti i possibili argomenti per il nostro post quotidiano, qualcuno potrebbe chiedersi di cosa parleremo oggi: ma dell’intervista di Cesare Romiti a Repubblica, cribbio! Avete presente “Cesarone”, l’ex amministratore delegato della Fiat, il “falco” degli industriali italiani, l’attentatore dell’unità sindacale, l’ispiratore della marcia dei 40mila colletti bianchi, il fagocitatore dell’ingegner Ghidella inventore della Uno e della HF Rally, insomma il romano costretto a tifare Juventus per volontà degli Agnelli e l’anticomunista viscerale allievo di Enrico Cuccia? A quest’uomo tutto d’un pezzo l’età ha portato consiglio e anche una insospettata saggezza. Parlando del ballottaggio di Milano ha detto: “Finalmente la borghesia si sveglia. Non si possono far pregare all'aperto migliaia di islamici che lavorano e pagano le tasse. E' un fatto di civiltà” e, ci permettiamo di aggiungere, di “Pil nazionale”, argomento sul quale Romiti è particolarmente sensibile. Ma “Cesarone” è andato oltre. Forse per la prima volta in vita sua ha detto cosa pensa del berlusconismo, e lo ha fatto affrontando il rapporto fra Silvio e i pm: “Certo non è stato un bello spettacolo. Vedere poi quegli scalmanati tifare di fronte al palazzo di giustizia in difesa di Berlusconi. Non è questo quel che serve a una città che, a parte gli stereotipi, è nobile, piena di tradizione, vitale”. Ora, definire “scalmanati” i vecchietti viagrizzati ospiti di Villa Sorriso della Santanchè ci sembra eccessivo, però Romiti ha colto nel segno perché manifestazioni come quelle delle sceneggiate pro-Silvio sono indegne di una città e di una nazione civile, tanto che se ne sono accorti perfino i milanesi nel segreto della cabina elettorale. Dopo aver lanciato un’ultima stoccata: “Certo l'immagine di Milano che esce in questi giorni non è più assimilabile a quella delle grandi città europee, come Monaco di Baviera o Barcellona”, Romiti ha invitato i suoi amici meneghini “a votare per quel candidato che meglio risponde alle aspettative della città”. Date le premesse non occorre un grande acume per capire di chi parla il grande vecchio dell’economia italiana. Per assoluta mancanza di spazio non possiamo affrontare l’altro argomento del giorno, la dichiarazione d’amore di Alessandro Sallusti alla sua Danielona. La sottosegretaria Santanchè ha sempre decisamente smentito la love story con il direttore del Giornale: “Siamo molto amici” diceva a chi voleva sapere qualcosa di più sulla liaison. Ma ora, fresco Premio Hemingway, Olindo è uscito allo scoperto e ha rivolto un appello pubblico alla sua “lei”: “Daniela basta nasconderci. Tutti devono sapere che ci amiamo”. E mentre in sottofondo si sentivano le note di Moolinght Serenade, il giornalista di Vanity Fair veniva ricoverato nella clinica San Raffaele in preda a una irrefrenabile crisi di riso. Diagnosi: mascella slogata. Prognosi: 30 gg. s.c. Terapia: non intervistare più Sallusti e 15 trattamenti maxillo-facciali dell'igienista dentale. Al San Raffaele sembra facciano miracoli.


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