Rosette Susanna Manus nacque ad Amsterdam il 20 agosto 1881 ed è stata una pacifista e un’attivista per diritti delle donne e in particolare per il suffragio femminile.
Proveniva da una famiglia di sette figli e crebbe in un ambiente ebraico inusualmente liberale e benestante. In giovane età coltivò l’ambizione di aprire un negozio di moda, ma venne osteggiata dalla famiglia e soprattutto da suo padre che, nonostante fosse un uomo moderno per l’epoca, la considerava un’attività non adatta a una signorina. Sicché, giovane donna in contrasto con i tempi in cui aveva avuto la ventura di nascere, nel 1908 venne in contatto con la Società Internazionale per il Suffragio Femminile e la Società Olandese per il Suffragio Femminile, guidata da Aletta Jacobs. Dotata di grandi capacità organizzative e competenze linguistiche certo non comuni per una signorina di buona famiglia nata alla fine del 1800, è stata una delle creatrici dell’incredibile rete di donne che all’inizio del secolo scorso si batté perché le donne avessero una voce. Fu membro della direzione, tra gli altri, dell’Associazione per il suffragio delle donne e dell’Alleanza Internazionale delle Donne per la Pace e la Libertà.
Nel 1913 organizzò insieme aMia Boissevain la mostra “De Vrouw 1813-1913“ che aveva lo scopo di mostrare come fosse cambiata la vita delle donne olandesi nei 100 anni successivi all’indipendenza del paese dal dominio francese; una insolita raccolta d’arte che illustrava la vita delle donne nelle loro occupazioni quotidiane, dalla maternità al lavoro.
Nel 1915 organizzò con Aletta Jacobs il Congresso internazionale della donna, che riuniva le donne provenienti da paesi belligeranti e neutrali.
Nel 1932 raccolse come attivista per la pace oltre 9 milioni di firme di donne provenienti da 59 paesi per poi portare a Ginevra questa incredibile petizione per la il disarmo. E’ stata co-organizzatrice del Rassemblement pour la Paix Universel nel 1936 a Bruxelles, una conferenza di organizzazioni pacifiste di tutto il mondo che protestavano contro la guerra e il fascismo.
Nel 1935 fondò ad Amsterdam l’Archivio Internazionale delle donne insieme a Johanna Naber e Willemijn Posthumus van der Goot, allo scopo di raccogliere l’eredità delle donne e incoraggiarle alla ricerca scientifica e all’emancipazione.
Rosa Manus è spesso descritta come una sorta di segretaria al fianco di Aletta Jacobs, che aveva incontrato all’inizio della sua vita da attivista, dimenticando però il ruolo di primo piano che ha giocato nel movimento internazionale per il suffragio femminile e la lotta delle donne per la pace nel mondo.
All’inizio della seconda guerra mondiale, la sala di lettura della biblioteca venne chiusa e l’archivio e la biblioteca confiscati dai tedeschi e infine trasferiti in Germania. Dopo la guerra l’Olanda ne ha reclamato la proprietà e solo all’inizio degli anni ’90 si è scoperto che una parte dell’archivio era conservata a Mosca. Dopo una lunga controversia, nel maggio del 2003, gli archivi di Rosa Manus sono tornati in Olanda e sono stati affidati ad Atria, istituto di conoscenza per l’emancipazione e la storia delle donne situato ad Amsterdam.
La vita di Rosa Manus, che tanto ha fatto per la pace e per le donne, subì una tragica svolta nel maggio del 1940, quando ebbe inizio l’occupazione tedesca dell’Olanda. Il 16 agosto 1941 Rosa Manus venne arrestata e incarcerata a Scheveningen per poi essere trasferita, in quanto ebrea, nel lager femminile di Ravensbrück. A Ravensbrück morì il 28 aprile 1943.