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Rossella Urru

Da Thefreak @TheFreak_ITA

ROSSELLA URRU, UNA STORIA CHE NON PASSA INOSSERVATARossella Urru è nata a Samugheo, in provincia di Oristano, 29 anni fa, una giovane volontaria  italiana che, rapita da alcuni estremisti islamici, è prigioniera da circa quattro mesi in Algeria.

 Dopo la laurea conseguita a Bologna in Cooperazione Internazionale, regolazione e tutela dei diritti e dei beni etno-culturali, Rossella è divenuta coordinatrice del campo profughi saharawi dei progetti della ONG CISP (Comitato Internazionale per lo sviluppo dei popoli) nei pressi di Tindouf in Algeria; tra le attività da lei dirette figurano piani a sostegno del sistema scolastico, della prevenzione delle epatiti virali e per la salute materno-infantile.

 Nella notte tra il 22 ed il 23 Ottobre, Rossella è stata sequestrata assieme ad altri due colleghi spagnoli, Enric Gonyalons ed un’altra donna Ainhoa Fernandez de Rincon, dal gruppo terroristico Jamat Tawhid Wal Jihad Fi Garbi Afriqqiya (Movimento Monoteista per la Jihad in Africa occidentale) che, lo scorso dicembre tramite un video dove apparivano gli stessi ostaggi, ne ha rivendicato il rapimento.

Dopo questo messaggio non vi sono più notizie di lei.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è recato in Sardegna dai genitori della giovane, Graziano e Marisa Urru, lo scorso 20 Febbraio, per rassicurare la famiglia sulle condizioni della ragazza.

Il ministro degli Esteri Giulio Terzi è impegnato nelle trattative per la sua liberazione.

Poco si è parlato di Rossella, lo hanno fatto forse più i personaggi televisivi che gli stessi giornalisti: è stata ricordata da Geppi Cucciari l’ultima sera del Festival di Sanremo, da Francesco Facchinetti, ed è divenuto oramai celebre l’appello lanciato da Fiorello su Twitter nel quale lo showman ha invitato i suoi followers a cambiare la proprio foto profilo con quella di Rossella, dando vita alla campagna “Rossella Urru libera (Free)”.

Giorno dopo giorno in rete si intensificano le iniziative che reclamano la sua libertà, sul sito a lei dedicato i familiari hanno scritto “In molti abbiamo vacillato di impotenza. Ci siamo sentiti infinitamente soli di fronte a tanto assurdo, svuotati da tanta assenza improvvisa. Così ci siamo chiusi in un lungo silenzio. Ma quello che noi credevamo un silenzio si è rivelato essere in realtà un coro di voci giunte da ogni dove. Un coro di solidarietà e di affetto che, dalla notte tra il 22 e il 23 ottobre, diventa sempre più accorato, sempre più grande e sincero” .

Nelle sedi dei municipi di Milano, Roma, Bologna campeggia uno striscione con una foto della ragazza, a Monza l’11 marzo prossimo, in occasione della giornata internazionale della donna, si terrà una serata in ricordo del suo rapimento.

Allo stesso tempo però non sono mancati avvertimenti inerenti a queste mobilitazioni: il deputato Pd Andrea Sarubbi ha spiegato che in casi come questi “più se ne parla peggio è”, lo stesso capo dello stato e il ministro degli esteri hanno più volte palesato di tendere a favore del riserbo definendo quest’ultimo “un obbligo per la soluzione positiva”.

La storia di Rossella però non può passare inosservata e non poteva mancare un articolo di TheFreak dedicato a lei in rete.

Rossella non è sola, e non è mai solo Rossella: è un simbolo (e sarebbe sicuramente più giusto ricordare persone come lei mentre vivono momenti ordinari, lezione che nonostante tutto non riusciamo ancora ad imparare), è parte di quel meraviglioso cerchio che ci rende orgogliosi di fare parte dell’umanità, che riesce a farci sperare in un domani migliore. E’ per quel domani migliore che questa giovane volontaria è ancora oggi tenuta prigioniera, ed è con la stessa saggezza con la quale ha scelto di combattere per il futuro in cui crede che riuscirà a resistere e tornare a casa, nella sua amata Sardegna. Speriamo il più presto possibile.


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