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§ Rovescio §

Creato il 11 giugno 2011 da Faith

Oh, che odio.
Tanto odio.
Ti odio.

Alla maniera classica, si intende.

L'eco della sensazione del primo giorno, lo stesso di in simulacro conservato nascosto in un libro di cucina.

Il difficilmente controllabile istinto di metterti le mani al collo per scacciare quello ancora più intimo di mettertele intorno alle spalle, a patto che il colore della mia maglietta sia quello giusto.

Le dita che disegnano, il musetto che sporge lievissimamente, i pensieri che girano vorticosamente.
Sopra ogni cosa, probabilmente, il sonno e ogni mia proiezione.

Ma quando si sta dentro una stanza chiusa, e non si riesce a sentire nulla di quello che accade fuori, si fantastica. E se non si vuole nemmeno fantasticare, è meglio tenersi occupati.

E tenersi alla larga.
Ma tenersi alla larga, è proprio complicato, perchè bisogna inventarsi i modi sottili di tenersi alla larga.
Bisogna monitorare, chiedersi: ma sei arrabbiato? No, non sono arrabbiato, animo mio. Ma a volte c'è fare e non fare, non c'è provare, diceva il saggio Yoda.
E solo io ho una lavagnetta con 3 imperativi categorici che fisso con sguardo languido e perso nella mia stanza.

Oh, fifina fifona, ci ucciderà tutto questo parlare dei rubinetti da cambiare; ma fifina fifona, io e te conserviamo gocce di tempesta di ogni temporale, e io conosco un mucchio di citazioni per rendere criptici e insensati i miei discorsi ad alta voce.

Ma meglio fuori che dentro, diceva addirittura shrek, e di pelle verde è meglio avere la sua che quella dell'incredibile hulk.

Non mettere distanza, ma accettare distanza, quando non serve più nemmeno scrivere il tuo nome.
E lascia stare se il mio povero cuoricino di pezza e fin troppo rammendato soffre per ogni sorriso finto, per ogni sguardo basso, per ogni piede che corre, per ogni barriera che alzi e ogni lingua che cambi.

Ti guardo.
E ti odio.
E ti vorrei mettere le mani al collo.


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