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Rudy Leonelli su "Classe" di Andrea Cavaletti

Creato il 26 luglio 2013 da Rulm @rulm

Classe, di Andrea Cavalletti, in virtù della dalla forza intempestiva della sua problematica fondamentale, riassunta nettamente dalla breve parola che –  sola –  costituisce il titolo completo del libro, segna di fatto  un sensibile scarto rispetto a forme più o meno generiche di contestazione del potere, e/o di  riemergenti espressioni di un anticapitalismo ridotto a mera protesta morale.Ed è  probabilmente proprio per il  suo carattere  inattuale, che lo distanzia dal panorama culturale e politico corrente, che Classe  (come ha affermato,  tra altri, per es. Umanità Nova) è stato da sùbito, un avvenimento.Affrontando questo libro incisivo, necessariamente complesso e impegnativo (soprattutto in ragione di quello che Damiano Palano ha definito definito «il raffinato percorso compiuto da Cavalletti» nel tentativo di «scorgere l’elemento distintivo della classe»),
saranno proposti alla discussione alcuni nodi problematici salienti:
I)   un tentativo di specificazione del concetto chiave di solidarietà, concepito ed agito in termini materialisti, estraneo a supposti valori «superiori», come è stato chiarito da autori ed esperienze della scuola di Francoforte;
II)   alcuni possibili approfondimenti del rapporto Foucault-Marx configurato nella chiara esposizione di Cavalletti concernente la biopolitica come forma del governo della popolazione;
III)   la conclusione, svilupperà alcune considerazioni essenziali sull’importanza dei concetto di reattivo, di ascendenza nietzscheana, magistralmente riattivato da Gilles Deleuze, che svolge un ruolo decisivo in Classe).

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