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Rugb-rica mondiale: gli irlandesi placcano a strozzo

Creato il 30 settembre 2011 da Rightrugby
Rugb-rica mondiale: gli irlandesi placcano a strozzo
Dunque l'Italia se la vedrà domenica con l'Irlanda, nell'ultima gara della fase a gironi in una sorta di ottavo di finale. Se gli Azzurri han compiuto la missione di toglier alternative agli avversari se non vincere (o pareggiare) avendo guadagnato un punto di bonus più di loro, questi ultimi han spiazzato tutti battendo l'Australia. Ora, il punto cruciale non è riaversi dalla sorpresa - saran problemi dei Wallabies - ma piuttosto come affrontare l'innovazione tecnica che ha resi i Trifogli vincenti, forse la più importante vista ai mondiali, di fatto l'unica di rilievo, assieme ai tagli convergenti multipli dei backs neozelandesi che han reso indistinguibili i ruoli di ali-centri-estremo in fase d'attacco. Stiamo parlando del cosiddetto "choke tackle", il placcaggio "a strozzo".
Se gli All Blacks innovano la tattica, qui entriamo nel campo della tecnica: il choke tacke è un modo innovativo di placcare i ball carrier avversari, sfruttando le regole Union per impadronirsi dell'attrezzo ovale. Full credit va dato all'innovatore, l'australiano Les Kiss allenatore della difesa irlandese, non a caso ex giocatore di rugby League, dove  tecniche simili - anche illegali, da cui il nome - sono state usate. Questa però è roba originale.
Dunque, facciamo i didattici come sovente ci capita; del resto siamo qui per imparare, e non c'è modo migliore di farlo che spiegare.
- Il principale modo usato per placcare è quello classico, individuale: baricentro basso, testa alta, occhi sulle gambe dell'avversario; slancio, spalla addosso alla coscia, testa di lato, abbraccio alle gambe e spinta verso l'alto. Se tutto va bene l'avversario piomba a terra, deve mollar palla, il placcatore si rialza e può contestare l'ovale;
- poi è arrivato il placcaggio raddoppiato, introdotto per contrastare gli offload. Il primo placcatore usa la tecnica classica andando basso dal lato interno, il secondo arriva dall'esterno e resta alto non solo con la testa ma anche col busto, chiudendo l'avversario mentre cade con le braccia attorno all'ovale e impedendo così il riciclo.
- adesso arriva il choke tackle: due difensori intervengono non diretti ma di taglio, all'incirca uno a ore 10 e l'altro a ore 2 rispetto al portatore di palla. Lo spazio tra i due  "illude" l'attaccante di poter guadagnare il solito metro spingendo sulle gambe, in realtà si sta infilando in un vicolo cieco. Infatti i due si chiudono su di lui senza gravare col loro peso, stando in piedi e tenendo l'attaccante ben dritto. Il placcatore sul lato del braccio con la palla sta basso, mette le spalle sotto la palla e spinge verso l'alto; l'altro difensore circonda l'attaccante con le sue braccia attorno al petto, portando la spalla sopra l'ovale che resta così immobilizzato tra spalle del primo, braccia del secondo e petto dell'attaccante (si vede bene nella foto).  Il primo difensore ha la responsabilità di tenere in piedi la maul usando la forza delle gambe e delle braccia, il secondo si focalizza sull'abbraccio e sulla spinta indietro. Altri possono aggiungersi a spingere, secondo quanti sostegni arrivino.
Se tutto funziona, le regole Union dicono che se la palla non esce da una maul è mischia e contrariamente a una palla non giocabile per terra, l'introduzione spetta a chi NON l'ha portata dentro: cambia quindi il possesso dell'ovale.
Maledettamente efficace: su questa mossa - e sulla susseguente superiorità irlandese in mischia - l'Australia ha perso una partita forse decisiva.
Will Greenwood, non l'ultimo arrivato, sul Telegraph ne parla in termini entusiastici. Come tutte le idee efficaci è semplice ma capovolge vecchi assunti: "The Choke is all about keeping the ball carrier on his feet", dice:"It goes against everything we have been told".
Greenwood descrive la prima apparizione al Mondiale, al 32' secondo di Irlanda-Australia. Alla prima rimessa laterale australiana, nota l'ex campione inglese, già lo schieramento difensivo irlandese faceva capire che c'era qualcosa di nuovo nell'aria: niente mediano dietro la linea irlandese, questi era al posto del tallonatore che a sua volta occupava un posto nella linea dei saltatori, lasciando quindi libero uno dei flanker, Sean O'Brien, fuori in mezzo al campo. Appena la rimessa Aussie ha recuperato palla e lanciato McCabe in percussione centrale,  è scattata la trappola del choke: O'Brien e Earls l'han preso,  tenuto in piedi, portato indietro, acquisito il turnover e la palla è stata vinta dalla mischia susseguente. Da rimessa contro a mischia a favore. L'operazione è stata eseguita cinque volte, cinque mischie son state vinte e calci di punizione sono stati generati, grazie ai quali l'Irlanda ha vinto la partita. Non è cosa da tutti, serve un fisico bestiale, potenza nelle gambe e braccia, coordinazione personale e molto affiatamento di gruppo per fare il choke: Greenwood afferma che dieci anni fa non sarebbe stato applicabile, nessuno aveva la preparazione fisica per farlo.
Una rapida ricerca e abbiamo scoperto che non si tratta di novità assoluta, è un bel po' che l'idea di Kiss è in sviluppo nel camp irlandese: un articolo di Bernard Jackman sull'Irish Herald del 20 marzo 2009 (due anni e mezzo fa), profeticamente titolato "Coach Kiss's 'choke' tackle the secret to Irish success for tomorrow's hot date" descriveva l'innovazione, designandola come "arma segreta" che aveva fermato la Scozia allora fresca di cura Robinson, rampante a tutto offload, nel Sei Nazioni, limitandola da 15 medi per partita a soli 5.
Sono consapevoli gli italiani di tutto questo? Probabilmente si, Nick Mallett non è uno sprovveduto. Esistono contromisure? Mah, calciare ... l'Australia di contromisure non ne ha prese e le ha prese; gli altri le stan studiando, per nullificare o copiare. Certo è che da quel 32' secondo di Irlanda-Australia, nessuno può far finta che non sia successo niente. Soprattutto in caso di rimesse laterali a favore (dell'avversario dell'Irlanda), la trappola choke può scattare in ogni momento, basterà verificare dove si piazza un flanker a caso, il migliore.
C'è da dire che prima contro gli Usa e dopo contro la Russia, di choke tackle gli irlandesi non ne han fatti vedere: non serviva, forse si tratta di "arma letale" riservata ad avversari molto potenti che usino molto i backs in attacco, i ricircoli veloci e non siano fortissimi in mischia ordinata. Non sarebbe propriamente il nostro ritratto, possiamo star tranquilli allora? 

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