Un grande capitano, nonostante i soli 22 anni. Lui è Andrea Merlino, seconda linea/flanker della prima squadra maschile dell’Ad Maiora Rugby 1951. Perfetta combinazione di entusiasmo e determinazione.
Come vanno gli allenamenti?
Abbiamo ripreso subito dopo le feste. Ci stiamo allenando forte, gennaio non giocando sarà un mese di carico. Ci alleniamo tutti i giorni della settimana escluso il week-end e i tempi di lavoro sono molto lunghi.
Coach Sue era preoccupato per la lunga pausa..
Dipende sempre dai momenti in cui ci si trova. È evidente che noi, avendo finito abbastanza bene noi avremmo voluto continuare a cavalcare l’onda, ma allo stesso tempo ci serviva una pausa. Poter approfittare di un momento di riposo, mentale oltre che fisico, ci da il tempo di recuperare tutti i giocatori e di mettere a posto quello che non va.
Cos’è che non va?
Dobbiamo lavorare sicuramente sulla difesa. Non è un punto debole, ma non è nemmeno un punto di forza, non più. Abbiamo preso troppi punti rispetto a prima, non tanto per demerito nostro, ma per l’attacco delle squadre che abbiamo affrontato. Più si andava avanti più erano forti. Tanti sono stati i placcaggi mancati. Il problema non è stato il sistema, ma l’uno contro uno.
Come vivi il tuo essere capitano e cosa pensi rappresenti avere questo ruolo?
Sicuramente mi riempie di orgoglio. È un ricnoscimento per il lavoro che fai ed è appagante dal punto di vista personale. Allo stesso tempo però non è facile, perché non è una cosa che si impara dall’oggi al domani. Ci sono sottigliezze che impari con il tempo, ad esempio, modi e modi per dire le cose. Mi accresce come esperienza, sto diventando non tanto diplomatico, ma empatico. Bisogna sempre essere sicuri di ciò che si fa e si vuole trasmettere.
Qual è il rapporto tra te e Coach Regan Sue?
Va molto bene . Da giocatore rispondo che è molto duro lavorare con lui, però hai la certezza di migliorare. Sai di dover mettere in preventivo che faticherai, che è molto esigente. Poi dipende dai punti di vista, se sei uno che vuole crescere, ti ritieni fortunato a lavorare con lui. Da capitano, mi sento il punto medio tra lui e la squadra, ma non sono il suo unico punto di rifermento.
Pensate già al prossimo match? Qual è il clima?
Non ci pensiamo ancora. Prima del ritorno di campionato ci aspetta un’amichevole, che vivremo come prestagione, un’occasione per fare un po’ di fondo e per mettere le basi per affrontare una partita non semplice. Sappiamo molto bene che il Benevento che affronteremo non è più la squadra della prima di andata, senza contare poi il fattore campo che renderà le cose ancora più difficili.
Tatiana Zarik
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