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Rui Barros, la prima formica atomica

Creato il 14 dicembre 2013 da Simo785

Giovinco non ha il fisico per diventare un campione a livello europeo, è troppo basso !

E’ vero ma fino a un certo punto, basta pensare che nel calcio muscolare di fine anni ’80 un giocatore di solo 1 metro e sessanta riusciva ad emergere in modo indiscutibile ai vertici del calcio europeo, e non è un caso che il soprannome “formica atomica” fu per la prima volta utilizzato proprio per lui.

Rui Barros, la prima formica atomica

Parliamo di Rui Barros, velocissimo campione portoghese che deliziò la nostra serie A con la maglia bianconera nelle stagioni 1988/89 e 89/90 e che stupì per la sua “mini-statura”.

Quando nell’estate del 1988 la Juventus lo prese destò molta sorpresa, ma non certo per il valore dell’allora 22enne talento portoghese che veniva da una stagione incredibile con il Porto, dove non fece rimpiangere Futre nell’annata più ricca di successi della storia del club, decisivo il suo gol contro l’Ajax nella Supercoppa Europea.

Fortemente voluto da Dino Zoff, il giocatore portoghese è subito protagonista ! La sua velocità, unita a un’incredibile tenacia lo fanno autore di prestazioni eccellenti, impreziosite da numerosi assist e ben 15 gol.

La stagione successiva (1989/90) Rui Barros si conferma ad altissimi livelli ed è tra i protagonisti assoluti della doppietta Coppa Uefa / Coppa Italia, grande in campionato quanto in Europa, si perché la statura nel suo caso non è mai stata un problema se non per gli avversari per i quali era spesso imprendibile, chiedete a Sebastiano Rossi, il più alto giocatore (anche se portiere) della serie A di quei tempi, che prese un gol in pallonetto proprio dal più basso di tutti !

Rui Barros, la prima formica atomica

Al termine della stagione il portoghese fu ceduto al Monaco nell’ambito della rivoluzione societaria bianconera guidata da Montezemolo, rimase al club monegasco per tre anni (dove fece in tempo a giocare anche con George Weah), poi passò al Marsiglia e infine ritornò al Porto dove giocò per sei stagioni, prima di ritirarsi e rimanere con incarichi tecnici nel club portoghese.

Una cosa è certa, più di un tifoso juventino lo ricorda ancora e in molti lo rimpiansero quell’estate del 1990 quando lasciò il club bianconero, indimenticabile la sua doppietta al Milan di Sacchi.

 


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