Il Palazzo della Duma a Mosca
Secondo i primi exit-poll diffusi dall’emittente Rossija 24, con il 48,5 per cento dei voti il partito di Putin e Medvedev Russia Unita perderebbe la maggioranza assoluta alla Duma. Salgono invece i consensi per i comunisti di Zjuganov (19,8 per cento) e per i liberaldemocratici nazionalisti di Zhirinovskij (11,4 per cento). Exploit per i moderati di centrosinistra di Russia Giusta dell’ex speaker del Senato Sergej Mironov (12,8 per cento). Non raggiunge lo sbarramento del 7 per cento, e quindi rimane fuori dalla nuova Duma, lo schieramento liberale Jabloko dell’economista Javlinski (4,1%). L’agenzia RIA Novosti riferisce che l’affluenza alle urne è stata del 54 per cento, con una punta massima del 94 per cento raggiunta in Cecenia.
Le proiezioni della Commissione Elettorale di Stato aggiornate alle 3 a.m. (ora di Mosca) evidenziano un piccolo recupero per Russia Unita, che si attesterebbe al 49,8 per cento quando è stato scrutinato il 70 per cento delle schede, mentre il Partito Comunista sarebbe al 19,4 per cento dei voti, Russia Giusta al 12,9 per cento, e il Partito Liberaldemocratico di Zhirinovskij all’11,9 per cento.
“Questo risultato riflette la reale situazione nel Paese” ha commentato Vladimir Putin, sceso nella sala stampa del Partito affiancato dal Presidente Medvedev, che invece ha sottolineato l’esigenza di uno sviluppo equilibrato per la Russia dei prossimi anni. Medvedev ha parlato con toni da futuro premier, annunciando un prossimo governo di coalizione, probabilmente con Russia Giusta, il che porterbbe il nuovo governo russo a spostarsi verso il centrosinistra.
Soddisfatto per il risultato del suo partito il leader comunista Gennadi Zjuganov, che si è detto pronto al dialogo con tutte le forze politiche elette in parlamento. Zjuganov ha pesato le parole sui presunti brogli: “I comunisti difenderanno il risultato ottenuto oggi alle elezioni. Denunceremo le irregolarità, se avremo le prove della loro esistenza”.
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