di Pietro Acquistapace
Dal 28 dicembre i giochi, energeticamente parlando, si fanno duri. Russia e Turchia in tale data hanno siglato un accordo relativo al passaggio, la cui realizzazione e’ prevista entro il 2015, della pipeline South Stream in territorio turco. Di fatto questo gasdotto si pone in diretta concorrenza con il progetto Nabucco oggi in profonda crisi a causa degli irrisolti problemi legati, tra gli altri, alla situazione azera ed alla mancata collaborazione dei paesi produttori centroasiatici che preferiscono rivolgersi al mercato cinese in forte espansione, dove la domanda di combustibili non e’ accompagnata da pretese di “controllo” nella sfera della politica interna e dei diritti umani.
L’accordo russo-turco si rivela importante ai fini di quella che sarà la definizione del percorso finale del gasdotto. Il progetto originario prevede infatti l’attraversamento del Mar Caspio e attraverso Bulgaria, Serbia e Ungheria l’arrivo in Austria, mentre un ramo meridionale si diramerebbe dalla Bulgaria per giungere in Italia attraverso la Grecia.
L’accordo con la Turchia oltre a rilanciare fortemente questo ramo meridionale riducendo gli ostacoli alla realizzazione del progetto, con una diminuizione dei costi grazie al nuovo percorso che, tuttavia, sarà definitivamente deciso solo a fine 2012.
Inoltre il potenziamento di questa “rotta sud” permetterebbe a Mosca di essere meno vincolata alle relazioni con gli instabili paesi balcanici: la Bulgaria proprio in questi giorni ha ufficialmente dichiarato, per bocca del primo ministro Boiko Borisov, che non pagherà alla Russia i debiti accumulati nella fase di progettazione dell’oleodotto Burgas-Alexandroupolis, affossandone di fatto la realizzazione, ma facendo allo stesso tempo rassicuranti dichiarazioni sui rapporti energetici con il partner russo; la Serbia sta vivendo una difficile fase con una politica estera da definire,tentata da un uso “politico” del gasdotto (Alexei Miller, presidente di Gazprom, ha recentemente dichiarato che un ramo del South Stream potrebbe passare per la Repubblica Srpska), senza dimenticare il mai risolto problema Kosovo; ed infine va segnalata la non definita situazione dei pemessi di Gazprom per la realizzazione del tratto austriaco.
La firma dell’accordo potrebbe rappresentare un chiaro messaggio turco all’Unione Europea, dato che la Turchia è fondamentale per il progettato gasdotto Nabucco, nonchè un evidentente intensificarsi della partnership con Mosca dopo la realizzazione della pipeline Blue Stream. Unione Europea che potrebbe venire influenzata da questo accordo essendo che tra le compagnie finanziatrici ci sono anche l’italiana Eni, per un 20% del totale, nonche’ la francese Edf e la tedesca Wintershall per un complessivo 15%.
Conludendo, un accordo importante che potrebbe modificare l’assetto geopolitco del settore energetico, che rafforza la rete di accordi internazionali della Russia, dopo la firma di accordi con Croazia e Slovenia per diramazioni del South Stream e che tocca da molto vicino anche l’Italia, approdo naturale del tratto meridionale della pipeline. Non a caso proprio in questi giorni Gazprom ha dichiarato che al momento l’Italia è preferita all’Austria come opzione per quanto riguarda il tratto terrestre.
http://www.agienergia.it/NewsML.aspx?idd=104986&id=65&ante=0
http://en.wikipedia.org/wiki/South_Stream
http://en.rian.ru/world/20111227/170521684.html
http://www.turkishweekly.net/news/128773/bulgaria-thinks-failed-oil-pipeline-won-39-t-hurt-gas-talks-with-russia.html
http://en.wikipedia.org/wiki/Burgas%E2%80%93Alexandroupoli_pipeline
http://www.upi.com/Business_News/Energy-Resources/2011/11/23/Gazprom-reviews-South-Stream-route/UPI-32871322055110/
http://www.reuters.com/article/2011/12/14/south-stream-idUSL6E7NE3XY20111214
http://en.wikipedia.org/wiki/Blue_Stream
http://www.itlgroup.eu/magazine/index.php?option=com_content&view=article&id=2509:gasdotto-south-stream-la-firma-delle-compagnie-costruttrici-davanti-a-vladimir-putin&catid=44:politica&Itemid=150