Chinato sull’asfalto, convulsioni e vista annebbiata. Vomito liquido, come la città ha vomitato me in passato. Mi travolge un fiume di ombre lunghe, un corteo di giochi di luce, che si portano via a pezzi e bocconi idee, ricordi ed ematomi sfilandoli da orecchie e narici, come flussi d’aria. Cerco di trattenere il fiato, trattenere in me il più possibile di me. Tutto quello che desideravo fino a poco fa era immergermi in una vasca da bagno piena d’acqua calda e sapone. Immergermi completamente e prendere le distanze, anche se per poco, dal caos imperante oltre porte e finestre, là fuori. Da quanto non mi faccio un bagno serio? Ogni volta che ne ho la possibilità, ne approfitto. L’intera operazione mi abbassa la temperatura fino a farmi fischiare le orecchie.
Dormire. Dormire.
Mi muovo lentamente senza piegare troppo la schiena, come se avessi una cannetta di vetro al posto della spina dorsale. Una delle mie caratteristiche, qualcuno la chiamerebbe fardello o bagaglio pesante, è di tremare quando sono emozionato, un tremore simile al Parkinson, visibile, ingombrante. La natura che prende il sopravvento. Vetrificato e tremolante, posizione scomoda di fronte al tiranno, che queste cose le sa. Eccome.Quindi, lontano dai radar, quaderni ben nascosti, occhiali da sole scuri…
Correre ogni giorno sulla lama del piacere, profondo, dell’insicurezza
[Cosa farete, Kina*]
*Chi sono i Kina?