Magazine Racconti

Sala parto

Da Fabry2010

Sala parto

da qui

Ora che osservo la vita da un valico incontaminato, inaccessibile agli interessi miseri che spesso minano i comportamenti umani, posso affermare – con la certezza possibile all’universo della provvisorietà – che è decisivo il sentimento autentico, il vero io che si fa strada a fatica in mezzo agli obiettivi contingenti e ai compromessi, nel carcere dorato di ambizioni e cupidigie, pretese e megalomanie. Solo da qui si rivela chiaramente l’inganno sotteso a un personaggio che non corrisponde con la nostra essenza, che adottiamo ritenendolo più adatto a impossessarsi dei beni disponibili, a razziare ciò che capita a tiro, incurante del dolore e delle esigenze altrui. Non so se sarà sufficiente una presa di coscienza ritardata, una visione a tempo ormai scaduto; non so se un Dio migliore di me potrà accordarmi un appuntamento fuori orario, un perdono che renderebbe il letto di morte una sala parto pregna di attesa trepidante. Io resto qui, per la prima volta vero, in vita mia.



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