Il saldo dell’IMU 2013, in scadenza il prossimo 16 dicembre 2013, minaccia di fare passare un amarissimo Natale ai proprietari di negozi, laboratori artigiani e capannoni industriali. A dirlo è MyCAF.it, il portale di informazioni e servizi fiscali per il cittadino che ha reso noti i risultati del monitoraggio delle delibere comunali sull’IMU già approvate, realizzato dal Caf Acli.
Il risultato è letteralmente un bagno di sangue con rincari per gli immobili appartenenti alle categorie catastali D (fabbricati a destinazione speciale) e C (fabbricati commerciali e pertinenze) che si aggirano attorno al 60% rispetto al 2012.
In base a una proiezione apparsa ieri sul Il Sole 24 Ore a firma Dell’Oste-Parente , questo significa che un capannone industriale con una rendita catastale di 10.000 euro pagherà oltre 670 euro extra rispetto al 2012, che diventano 2.100 euro in più rispetto due anni fa, quando ancora esisteva l’ICI.
Ma il portale Caf Acli porta qualche esempio relativo anche alle abitazioni principali, di cui si attende il decreto che sancirà la loro abolizione. “Sulle prime case – si legge – sono stati comunque deliberati dei rincari, e in alcuni casi anche consistenti: è quanto avvenuto ad Asti, Brescia, Milano, Frosinone, Cosenza, Vibo Valentia, dove i sindaci hanno gonfiato al massimo la vecchia aliquota, portandola dal 4 per mille del 2012 al 6 per mille del 2013″.
Tra i motivi che pesano sull’incremento selvaggio delle aliquote IMU 2013 a danno dei fabbricati produttivi vi è anche il vincolo in base al quale, fino allo 0,76% (che corrisponde all’aliquota minima che possono fissare i singoli Comuni), tutto il gettito va nelle casse dello Stato. In pratica, solo l’extra gettito derivante dall’aumento dell’aliquota base rimane sul territorio: una specie di “scelta obbligata”, almeno in alcuni casi.
Intanto rimane (ancora) sospeso il nodo dell’abolizione della seconda rata dell’IMU 2013 a carico dei terreni e dei fabbricati agricoli, di cui avevamo dato notizia qualche settimana fa e che rischia di ripercuotersi anche sui proprietari di abitazioni civili (leggi in proposito Terreni e fabbricati agricoli: c’è il rischio del ritorno dell’IMU).
Una parte delle risorse sono state reperite con l’innalzamento degli acconti IRES e IRAP a carico di banche e assicurazioni, ma mancano ancora all’appello, per la cancellazione definitiva dell’IMU per le prime case, circa 350 milioni di euro.
“Il rischio concreto”, denuncia il portale MyCAF, “è quello di non trovare la copertura” con un effetto che avrebbe il sapore della beffa “che farebbe pagare direttamente ai contribuenti l’eventuale differenza di gettito fra il 2012 e il 2013, cosicché i rimborsi dello Stato ai Comuni verrebbero calcolati sui livelli di prelievo fermi al 2012. Questo, in pratica – è la conclusione della Redazione di MyCAF.it – comporterebbe per molti un aggravio del versamento IMU 2013 rispetto allo scorso anno, il che avrebbe del paradossale nell’anno della cancellazione dell’imposta”.