Questa volta non parlo di politica, gossip o economia ma di sport. Di sport praticato per l’esattezza.
Chi mi segue e mi conosce sa della mia passione per gli sport in genere, per quelli di “fatica” in particolare. Tra questi sicuramente il ciclismo, mountain bike per la precisione, è in cima alla lista. Se poi capita di riuscire a praticarlo in montagna (visto che ormai mi sono precluse camminate e trekking) bè, direi che il connubio diventa per il sottoscritto veramente unico e stimolante.
Purtroppo per una serie di vicissitudini fisiche e non in questi ultimi anni non sono riuscito ad allenarmi con regolarità e continuità. Anzi, diciamo pure che meno di 200km in un anno mi permettodo di dire che non mi sono allenato proprio. Ma nel ciclismo la componente fisica é si importante ma é solo una parte di quanto serve. Così la scorsa settimana, fidando di più sull’altra componente, quella mentale, ho deciso di dedicarmi una giornata ad affrontare quella che a detta di molti rimane una delle salite più dure e difficili mai affrontate nel ciclismo, ovvero la salita del colle delle Finestre.
Qui di seguito qualche dato tecnico e l’altimetria della “mia” salita.
Partenza : da bivio SP172-Frais mt. 691 slm (mt. 486 slm da bivio SS24)
Arrivo : Colle delle Finestre mt. 2176 slm
Dislivello: mt. 1485 (mt. 1694 da bivio SS24)
Tempo di ascesa: 4h 22′ (soste escluse)
Sveglia alle 7, colazione abbondante (ma non troppo) e in sella da Gravere, partenza subito in salita tanto per ‘farsi le gambe’ fino a sopra la frazione dell’Arnodera e poi da lì seguo la strada per Meana di Susa dove imbocco la strada per il colle delle Finestre al km. 2,4 dei 18,6 “nominali” della salita al colle. A separarvi dalla vetta (a detta delle varie recensioni lette) ci sono 33 tornanti ma, se posso darvi un consiglio, non contateli perché ben presto potreste perdere il conto perchè vi sembra tale anche un semplice cambio di direzione.
La parte iniziale della salita (i primi 10,5 km ndr) si sviluppa in un bosco e vi confesso che l’ombra della folta vegetazione ha aiutato non poco a sopportare pendenze che da subito si fanno impegnative e raramente scendono al di sotto del 9% con punte ampiamente sopra il 10%. In questo primo tratto la strada si presenta asfaltata e gli scorci sul Rocciamelone sono una delle poche cose che vi permetterà di distrarvi da una lingua d’asfalto che s’inerpica senza concedere tregua.
Al km 10,8 raggiungerete il Colletto (1450mt.), uno spiazzo che delimita la fine del tratto asfaltato e l’inizio di quello di sterrato. Soprattutto è l’ultimo punto (eccezion fatta per i due alpeggi che troverete più in alto) dov’è possibile fare rifornimento di acqua potabile ad una fontana.
Uscendo dal bosco per la prima volta sarà possibile scorgere in alto la sagoma del Forte de Colle delle Finestre ma la strada da fare è ancora molto lunga.
Da qui in poi inizia il tratto sterrato lungo poco più di 8km., che vi porterà in vetta facendovi svariare da un versante all’altro della vallata con lunghi ed estenuanti traversi passando attraverso zone i cui soli nomi dicono se non tutto molto: uno su tutti il piano del Tiraculo che trovate subito dopo l’alpeggio de Le Casette.
Inizialmente il fondo sterrato, risistemato nel 2005 in occasione del passaggio del Giro d’Italia si presenta ancora in buono stato, compatto e praticabile sia da mountain bike che da bici da strada mentre negli ultimi tornanti a chi oggi si avventura con una bici da strada dico solo… auguri!
Arrivati in cima (2176mt.) se non ci ha pensato la fatica fatta fino a quel punto a togliervi il fiato ci penserà il panorama, veramente unico, che si affaccia sulla Val di Susa e sulla Val Chisone. Ma prima di gustarvelo vi consiglio di procedere con operazioni ‘elementari’ ma che in un certo stato psico-fisico uno rischia di dimenticarsi ovvero cambiarvi, idratarvi e alimentarvi, possibilmente insieme a qualche esercizio defaticante.
Come scritto a caldo su G+
“Se c’è una cosa che ho imparato in ventanni di bicicletta é che tutte le salite vanno sempre rispettate; quella del col delle Finestre a differenza delle altre però il rispetto, lo ESIGE! Me lo ha ricordato metro dopo metro per 19km ad una pendenza media del 9%, mi ha letteralmente prosciugato ma alla fine dopo 4h e 22min e 1500mt di dislivello eccoci in cima … E sono grandi soddisfazioni, credetemi!”
Visto che da alcuni appassionati mi é stata espressamente richiesta mi permetto di postare anche il grafico del rapporto altitetria (in rosa)/velocità (in blu)
A scalare il colle venerdì scorso siamo stati in quattro ma il mio saluto ed il mio grazie vanno ad Elena. Incontrata in vetta (anche perchè altrimenti in salita temo l’avrei persa in fretta) e con la quale ho condiviso la discesa, autrice dello scatto qui sopra e di questo tweet
… e un grazie anche a tutti coloro che avranno avuto voglia e tempo di leggere il resoconto di questa avventura.