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Salento, ritirato embargo per gli ulivi

Creato il 09 giugno 2014 da Makinsud

Dopo diversi mesi, per la precisione dal mese di Novembre 2013, finisce l’embargo per la commercializzazione delle piante dei vivai del Salento, istituito per fermare il contagio di “Xylella fastidiosa” dagli ulivi del Salento al resto del mondo. Mentre, tale discorso ancora non vale per le aziende ricadenti nella zona rossa, ossia la zona di Gallipoli, relativamente ad alcune specie come olivo, quercia, oleandro e drupacee, che dovranno essere coltivate all’interno di serre protette ed essere monitorate in maniera continuativa.

salento

Tale notizia è stata data nei giorni scorsi presso la sede dell’Assessorato provinciale durante la presentazione del nuovo piano di eradicazione della malattia degli ulivi. Nel dettaglio, la Commissione Europea ha chiesto che la malattia venga circoscritta con delle zone tampone ampie due chilometri che circondano le cinque micro zone infette (Trepuzzi, Surbo, Sternatia, Copertino e Galatina) e della zona ricadente nel comprensorio di Gallipoli. Nelle prime cinque micro zone si è già provveduto ad estirpare gli olivi contagiati e viene tenuto sotto monitoraggio la zona tampone di due chilometri. Nel caso in cui il batterio dovesse trovarsi anche nella zona tampone questa verrebbe trasformata in zona infetta e ampliata la zona tampone di protezione di ulteriori due chilometri. Mentre per la zona rossa, dato l’elevato numero di piate disseccate, la Regione ha assicurato che si procederà con il bisturi, al fine di evitare problemi al paesaggio.

Il direttore dell’Osservatorio fitosanitario della Regione, Antonio Guario in tale momento critico ha affermato: “Siamo in una situazione indubbiamente eccezionale ed anche l’Europa si è resa conto di questo. Noi stiamo facendo il possibile per dimostrare all’Europa che siamo in grado di gestire la situazione. Non vogliamo che sia Bruxelles a dire cosa dobbiamo fare, non vogliamo subire decisioni dall’alto ma essere noi a dire cosa fare per il nostro territorio”.

Tali parole non hanno rassicurato gli agricoltori e i florivivaisti del posto che sono molto preoccupati per i dati forniti dalla Regione parla di 23 mila ettari di terreni infetti, in quanto affermano che sono molto di più: “il batterio non è stato fermato dal “Generale inverno”, molto più mite di quanto si auspicava, e quest’estate, con la moltiplicazione esponenziale degli insetti vettori e delle piante infestanti, potrebbe fare una vera e propria strage”.


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