Salini peggio di Schettino: pronto a lasciare la nave pur di trovarsi una poltrona

Creato il 25 novembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Che il presidente della Provincia Massimiliano Salini cerchi poltrona a metà mandato

Francesco Schettino, non esattamente un esempio

è semplicemente una vergogna. L’ente Provincia, che ha svolto un ruolo prezioso e delicato per la salvaguardia del territorio, non è più un punto di riferimento dei Comuni, che semmai cercano riferimento nel Comune di Cremona, senza trovare grandi esempi. Ma l’ente Provincia non può essere abbandonato così, a metà strada di una riforma che non si sa neppure che esito avrà, se non che sarà dannoso per il territorio. Diminuiranno i fondi, le competenze si ridurranno, e al timone della Provincia c’è un capitano che non vede l’ora di andarsene in Regione se si presenta l’occasione propizio.

Peggio del peggior comandante, Francesco Schettino, additato da mesi al pubblico ludibrio, come si diceva un tempo. Ma i senza vergogna oggi aumentano a dismisura, il senso civico che induce a rispettare il mandato elettorale ricevuto nel 2009 e l’istituzione che si rappresenta con fascia blu è diventato un’opzione fastidiosa da buttar via appena possibile, non un dovere civico da eseguire con fedeltà e serietà. Massimiliano Salini, per quanto il Pdl – si suppone – lo preghi di restare al suo posto per evitare danni peggiori, se può se ne va. Calato dall’alto non si sa bene per quali vie, tra Formigoni e Giorgetti, non ha fatto altro che eseguire gli ordini del Pirellone, non si è impegnato a fondo per il territorio e non lo rappresenta. La prova peggiore è che, buttato il Patto per lo sviluppo, non ha attivato il documento analogo che lo doveva sostituire. Revocato il cremonese Roberto Bertoglio, Salini ha calato a Cremona il quasi invisibile Sciumè in cariche chiave (vice di Centropadane, presidente di Stradivaria, consulente legale della Provincia, consigliere Brebemi…), mentre Alberto Sciumè ha tutt’altro da fare e guai peggiori da affrontare, fra un padre Decaminada, una fondazione di Nerviano che non riesce a pagare gli stipendi per quattro mesi, e una marea di inchieste in Regione. Dopo il crollo di Formigoni, che autorevolezza avrà questo personaggio?

L’inchiesta di Cappella Cantone e i tempi biblici – ma che aspettano, le elezioni nazionali? – della Paullese sono il segno del fallimento politico di Salini. Le condizioni dei pendolari sono un insulto alla dignità dei lavoratori e degli studenti. La genuflessione incessante, testimoniata da una pioggia di video, di Salini nei confronti delle imprese è addirittura imbarazzante per una pubblica

L’amministrazione provinciale ha bisogno di una guida, Salini pensa già a procacciarsi una poltrona ben più comoda. Si noti lo sguardo bieco, di traverso, del fuggitivo presidente di centrodestra

amministrazione, che non è mai stata così incredibilmente di parte e dichiaratamente irrispettosa della rappresentatività del territorio sin dalla campagna elettorale. Adesso Salini che fa? Mercanteggia una poltrona? Soppesa le opportunità? Accetterà l’offerta del vecchio Albertini o di altri vecchi del centrodestra? Uno spettacolo raccapricciante. L’amministrazione provinciale era un faro per il territorio: ora nessuno si aspetta nulla di buono. Basta un qualunque Gabriele Albertini, stanco di far l’eurodeputato, e Salini già medita. Basta osservare il suo sguardo torvo. Che cosa medita, eh? Di mollare, di salvarsi lui a danno nostro, di lasciarci in balia di un commissario! Davvero una grande idea! Ci ricorderemo di questo bell’esempio di senso civico da strapazzo!


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