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Salire sulle spalle di giganti…Lezioni di leadership dal Gen. Camporini

Creato il 11 dicembre 2012 da Pandm

La scorsa settimana il titolo di questo post per me ha avuto un volto. Sono salito sulle spalle (si intende metaforicamente…) del Gen. Camporini e la prima sensazione che ho avuto è di essere molto in alto, la seconda sono state le vertigini….
Il fortunato incontro è stato all’interno dell’aula dell’Executive Master Media e Telco dove il Generale ha tenuto un intervento sulla leadership. In questo post mi cimento sul difficile compito di riportare gli elementi che mi hanno colpito e per i quali provo le vertigini….
Cosa caratterizza un leader? Siamo partiti da questa domanda e a seguire la mia sintesi:

1. Integrità: “se io cedo solo di 1 centimetro, i miei collaboratori potrebbero cedere di 10 cm ed allora crolla tutta l’organizzazione”. In questo campo esiste una sola regola: l’esempio. E questo passa dai piccoli gesti che i tuoi collaboratori notano (es. l’utilizzo improprio delle risorse dell’azienda-auto, strumenti, ecc.-).
L’esempio è anche relativo alla competenza che un capo deve avere, il capo deve essere esempio di “sapere”, approfondire le cose, non andare avanti per approssimazioni, aggiornarsi, ecc. “Puoi permetterti di dire ai tuoi collaboratori:da voi pretendo che sappiate fare il vostro lavoro, solo perché io so fare il mio”. Studiare con continuità ed ammettere con serenità se qualcosa non si capisce è un esempio che un capo deve dare!
L’integrità passa anche per essere pronti a “consegnare il proprio cappello” se non si è d’accordo con decisioni rilevanti prese dai vertici. Per le decisioni “non importanti” il suggerimento del Generale è convocare il team, con sincerità ammettere il disaccordo ma data la marginalità della scelta eseguirla comunque al meglio.
Vi riporto una norma “etica” citata che mi ha particolarmente colpito: “Combattere fino alla morte per la propria idea fino a quando il capo non ha preso una decisione. Presa la decisione combattere fino alla morte per supportare e mettere a terra l’idea del capo”.

2. Motivazione: il rispetto dei collaboratori è il primo punto, il leader guida con rispetto gli altri ma non si fa sopraffare. E’ consapevole che il patrimonio più importante di cui dispone sono gli uomini e le donne che non aspettano altro che essere valorizzati, di sentirsi parte di una visione. Il ruolo del capo consiste principalmente nel portare a conoscenza degli obiettivi della organizzazione e farli sentire come propri.
Come farlo?
- valorizzare il collaboratore come persona e non come elemento di produzione (risorsa). Chiedere come vanno le cose, interessarsi all’altro con sincerità, capire quali sono le aspirazioni, cosa può interessare il collaboratore. In questo modo si crea un ambiente lavorativo sereno dove il rispetto, la lealtà, la sincerità sono la base sulla quale si instaurano le relazioni professionali, è in questo modo che si crea spirito di corpo che genera comportamenti coerenti con la finalità della struttura organizzativa.

- Dimostrare che le cose possono migliorare, che gli errori fatti non si fanno più. Questo passa invogliando le persone ad ammettere i propri errori con la consapevolezza che l’organizzazione non cerca un colpevole ma le cause per evitare che si ripropongano in futuro, in sintesi si tratta di “convincere i propri collaboratori a farsi una esame di coscienza e confessarsi sapendo che saranno perdonati”

3. A cosa stare attenti: La tentazione di un capo è di farsi assecondare ovvero circondarsi da collaboratori solo pronti a darti ragione, la tentazione sta nel fatto che un capo può creare questi ambienti di “consenso” e collaboratori pronti a dirti che hai ragione fioccheranno sempre… si tratta del pericolo degli “Yes Man“. Rompere questo gioco lo può fare solo il capo, creando un clima di fiducia, con un effettivo flusso bidirezionale di informazioni.

4.Ottimismo: “se sei ottimista agisci, altrimenti ti fermi!” Ottimismo come capacità di vedere del buono in ogni circostanza, in ogni evento c’è del buono l’atteggiamento positivo ti aiuta a trovarlo! Se vale il detto che per ogni porta che si chiude si apre un portone, il pessimista il portone non lo vede… e perde molte occasioni!

“Se ho visto più lontano, è perché stavo sulle spalle di giganti”
Questa è la frase famosa di Isaac Newton che mi ha ispirato questo post(sembra che lui si riferisse a Galileo). Lui (Isaac) ha avuto la capacità di salire, probabilmente avvertire le vertigini ed emulare i giganti. Io e le persone che hanno avuto il privilegio di ascoltare questa testimonianza speriamo di riuscire a fare altrettanto.

Ugo

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