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Salsa Ketchup

Da Lauradv @antroalchimista
Salsa Ketchup
Il post del venerdì è quasi sempre trash food, ma quello di oggi credo che batta tutti i post precedenti. Avendo un figlio ormai adolescente siamo in piena fase di Junk food con la ketchup che se ne va via a damigiane. Allora mi sono detta… ma perché non provare a realizzarla a casa? Il bimby per realizzare queste preparazioni è un validissimo aiuto.   Curiosità: conoscete la storia della Ketchup? Innanzitutto sfatiamo il mito che sia un prodotto americano perché l’origine di questa salsa è orientale. Il termine “ketchup” è malese e faceva riferimento ad una salsa a base di pesce fermentato. Nel 1600 la salsa arrivò in Europa e si arricchì di altri ingredienti quali ostriche, funghi, noci e limone.  Per avere la ketchup come la intendiamo noi oggi, bisogna attendere sino al 1872, anno in cui Henry J. Heinz mise a punto la ricetta utilizzata ancora oggi, a base di aceto, pomodoro, zucchero, cipolla ed un mix di spezie. Questa combinazione divenne ben presto famosissima nel mondo. In Italia la parola ketchup è stata introdotta solo ultimamente con l’avvento dei fast food. Prima si parlava di “salsa rubra”, che poco si discostava dalla ketchup originale. Quando acquistate la ketchup dovete fare massima attenzione all’etichetta. Esistono delle salse ottime così come dei surrogati scadenti venduti a costi bassissimi. Eliminate quei prodotti che contengono additivi pericolosi, esaltatori di sapidità (che celano l’utilizzo di materie prime scadenti) e aromi naturali (che nella maggior parte dei casi sono aromi sintetici che di naturale non hanno proprio nulla).   Salsa Ketchup dal sito Ricettario Bimby   Ingredienti 1000 g pomodori
180 g peperoni rossi
130 g cipolle rosse
100 g aceto di vino rosso
1 pizzico noce moscata
10 semi senape
10 grani pepe nero
1 foglia alloro essiccato
1 cucchiaino paprika (piccante, se piace)
1 pizzico pepe cayenna
1 cucchiaino sale
100 g miele
2 spicchi aglio
Preparazione Mettere i pomodori, i peperoni, le cipolle tagliati a pezzi, 50 g di aceto e l'aglio nel boccale. Tagliuzzare 5 Sec. Vel. 7 poi cuocere 40 Min. Temp. Varoma Vel. 2. Mettere il cestello sopra il coperchio al posto del misurino (per evitare gli schizzi uscenti dal boccale).
Aggiungere l'aceto rimanente, le spezie e il miele. Cuocere altri 20 Min. Temp. Varoma Vel. 2. coprendo sempre con il cestello.
Infine frulla 1 Min. Vel. 10.
Versare in contenitori di vetro con coperchio a vite. Chiudere fermamente e mettere i contenitori sotto sopra fino a completo raffreddamento.
Pillole di enologia: Ad ogni birra il suo bicchiere Esiste un bicchiere idoneo per ogni stile birraio che affonda le radici in antiche tradizioni e all’esigenza di esaltare i diversi sapori della birra. Il boccale con il manico è per eccellenza il bicchiere tradizionale bavarese. Il bicchiere con calice a tulipano nel formato piccolo va bene per birre Lager e Pilsner. Il bicchiere con calice a tulipano nel formato grande è adatto per le birre Ale fruttate ed aromatiche e per le birre doppio malto. Il bicchiere a tulipano svasato viene utilizzato per le Golden Ale belghe molto profumate e che sviluppano una buona schiuma. Il calice tondo e panciuto si utilizza per le birre ad alta fermentazione (Stout e Ale). La coppa si utilizza per le birre Trappiste e di Abbazia che sono molto forti e aromatiche. La pinta, bicchiere tradizionale inglese che limita la formazione di schiuma, si utilizza per le Ale e le Stout. Il bicchiere stretto e slanciato (con o senza stelo) viene utilizzato con le Lager e le Pils. Il bicchiere stretto, slanciato e capiente (0,5 l) è utilizzato per le Weizen bavaresi. Il bicchiere cilindrico alto si utilizza per le Alt Bier tedesche. Il bicchiere cilindrico basso si utilizza solo in Germania (in particolare a Colonia) si utilizza con le Kölsch.  
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