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Salvare la scuola

Creato il 23 novembre 2010 da Pierotieni

Salvare la scuola
 

di Raffaele Mantegazza
 

Perché l’unica cosa che la scuola dovrebbe fare
È insegnare a imparare

Eugenio Finardi

 
Che cosa resta, ai nostri ragazzi, dell’esperienza della scuola? Che cosa rimane nelle loro coscienze di tante e tante mattine e di tanti e tanti (troppi!) pomeriggi passati nelle aule? Quanto la scuola incide realmente nelle loro vite, nei loro gusti, nei loro affetti? La scuola dovrebbe essere il posto più bello del mondo, il più amato: adulti e giovani che insieme sfidano il mondo del sapere, lo affrontano come un gioco, lo scalano come una montagna, tutti in cordata, con lo sherpa davanti a fare strada: perché invece spesso la scuola è indifferente ai ragazzi, e viceversa? Che cosa non funziona? Ogni mattina, ad Arcore come nel resto d’Italia, accompagniamo i nostri figli sulle soglie dell’istituzione più importante di ogni civiltà: e poi? Quanto noi genitori riusciamo ad essere davvero solidali con gli/le insegnanti, a “fare il tifo” per la scuola, a far sentire ai figli che la scuola è qualcosa di splendido e di importante? E quando la scuola sa davvero comunicare con le famiglie, al di là delle comunicazioni formali, spesso fredde e burocratiche? E i ragazzi e le ragazze, che scuola vorrebbero? Possiamo pensare di iniziare un dibattito su questo tema, senza il solito scaricabarile(“è colpa di…”), ma provando a realizzare almeno i primi due lati di quel quadrilatero scuola-famiglia-ente locale-associazionismo che deve funzionare alla perfezione per rispondere ai bisogni dei nostri ragazzi? Dunque, cara scuola, di che cosa hai bisogno per poter funzionare meglio? E cari ragazzi, cari genitori, come sognate la scuola di domani, o meglio di oggi?


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