Mentre tutti i talk show stanno ancora una volta martirizzando i famigliari di Melania Rea – ai quali va il nostro appello di reclinare i prossimi inviti – alcuni si chiedono se è stato proprio Salvatore Parolisi. Noi siamo colpevolisti. Esiste una prova regina della colpevolezza: Salvatore nella notte dell’omicidio fece bucato con la lavatrice. Perchè? Non lo ha mai spiegato…
E’ ancora sempre e solo Salvatore Parolisi l’indagato eccellente per l’assassinio di Melania Rea, la giovane madre uccisa con 35 coltellate lo scorso 18 aprile nel bosco delle Casermette di Ripe di Civitella. Tuttavia, si è verificato un piccolo fuoriprogramma. Gli era stato chiesto di sottoporsi all’esame del Dna. E l’oro hanno deciso di farlo senza tentennamenti. I due operai macedoni, padre e figlio, si sono così presentati presso il comando provinciale dei carabinieri di Ascoli, su richiesta di Marina Tommolini, Gup di Teramo. Il giudice aveva avanzato la richiesta per comparare il materiale genetico dei due con quello trovato sulla bocca della vittima. Si tratterebbe, tuttavia, secondo gli inquirenti, di una semplice procedura volta ad escludere eventuali altre piste. I due erano divenuti in qualche modo partecipi della vicenda il giorno in cui, pochi giorni dopo l’assassinio, i cani molecolari si erano avvicinati alla loro roulotte e alla loro Fiat Punto. Nel giorno in cui avvenne il crimine, i due si trovavano proprio a colle san Marco, dove stavano eseguendo dei lavori. Era stata esaminata anche la loro auto, ed erano stati compiuti accertamenti anche sui tabulati telefonici. Era emerso che, mentre Melania veniva uccisa, i due stavano lavorando. In particolare, stando a quanto è stato, ad oggi, stabilito dal consulente della procura Adriano Tagliabracci, Melania Rea sarebbe stata uccisa tra le 13.30 e le 14.30 del 18 aprile
Liquida
Foto da Wikimedia Commons
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