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Salvatore PINTORE “Disseminati passi”

Creato il 06 maggio 2011 da Fabry2010

Salvatore PINTORE “Disseminati passi”

« Quel che rimane costante nel pensare è il cammino.
E i sentieri del pensiero
nascondono in sé un aspetto di mistero:
noi li possiamo percorrere in un senso e nell’altro;
anzi, proprio solo il percorrerli a ritroso
consente di avanzare.
L’«avanzare» è andare «avanti»
verso quel massimamente Vicino
di fronte a cui continuamente passiamo
frettolosi e distratti;
e che sempre di nuovo ci «spaura»
ogni qualvolta lo scorgiamo.
Da cui perciò di nuovo distraiamo lo sguardo
per attenerci al quotidiano e all’utile ».

Martin Heidegger:
Unterwegs zur Sprache, Pfullingen, 1959;
In cammino verso il linguaggio, Mursia, Milano, 1973

 

IL CAMMINO

Camminando si svela
quel che in noi ama nascondersi.
Il muoversi
lo cattura lo evolve
e se nel percorso amano gli occhi
un fremito nasce
una scintilla
che vibrando si fa parola
grido sussurro sgomento
silenzio della mente
del cuore.
Nella clessidra del corpo
si raccoglie l’oro del tempo
passa ogni voce
il più sottile dolore
l’eterno…

*
SALUTO (a mio padre)

Decanta la voce
nell’orma del passaggio
come foglia autunnale.
Frammenti
di un tempo trascorso
insieme al tuo viso
negli occhi s’arrendono
e tutte le sequenze impresse
nelle parole nei canti
nelle tue rare carezze.
Fugaci riappaiono
nelle mani della tua resa
dopo l’ultimo respiro
liberato da ogni contesa.
E noi qui turbati
con avanzi di sogni interrotti
a difesa del riposo
travolti da un corteo di lacrime.
Il silenzio ha bussato. È entrato
nel tuo corpo disabitato.
Impreparati ancora ci ferisce
la voce della tua assenza
che come vapore s’addensa
nelle bocche affamate del tuo nome.
Prossimo a un’irriducibile distanza
il discorso riprende a balbettare sul foglio
a cesellare con la sgorbia del ricordo
la poesia della vita.

*
IL RESPIRO DELLE MAREE

Le onde parlano
con la bocca del vento
ogni voce e spasimo nascondono
nelle reliquie del pensiero.

Le onde sorprendono
i piedi incalliti
a metà del guado.

Le onde vanno e vengono
nelle anse della mente
scavano
il meglio di noi si prendono
mentre il respiro delle maree
mai sazio ingoia
l’inerzia della sabbia.

*

RINCHIUSO E’ NEL SILENZIO

Rinchiuso è nel silenzio il suono
il moto tutta l’arte e la voce
nel solco artificiale il segno
la mano che libera gli accordi
l’armonia del diverso
il codice del comando
il Nascosto che muove all’ascolto
e vince
lo spazio in cui vibra l’evento
gli eserciti dei numeri nel tempo
la luce emanata
che concentrata legge il respiro
il dolore l’amore e il canto.
Con pixel di colore ricama
immagini e parole
nei versi muti impressi
su questa trama d’albero.

*

I VOLI DELLE STAGIONI

Volano le stagioni
nella sinfonia dei secoli
nidificando fra le gronde del tempo.

Sotto i portici dell’agorà
s’incardina il vento
vibra lento
il freddo del marmo
caldo il dolore del passo.

Piedi scalzi avanzano
sfidando le spine del desiderio
l’abisso dell’Altro.

Occhi gagliardi
spinge il monaco del monte
nel più sottile orizzonte
nello spazio rigonfio di sogni
del peso del metro
che ci divide.

*

SALVATORE PINTORE
DISSEMINATI PASSI
RHEGIUM JULII, 2002
*
Prefazione
Se è vero, come ha scritto un poeta contemporaneo, che i fiumi sono l’immagine del tempo, crudele e impersonale, le ventitré liriche di ‘DISSEMINATI PASSI’ sembrano riprodurre nel loro procedere lento, e poi trapunto da improvvise turbolenze, il percorso fluviale dell’acqua, assorto e rapinoso, tra accelerazioni e ristagni.
Ne scaturiscono liriche di grande suggestione meditativa, che evocano le cadenze ed i silenzi dell’interminato flusso del tempo e si adergono in doloranti interrogazioni sull’enigma di quella vana presenza che è la vita individuale, smarrita nello stupore degli spazi.
L’epigrafe di Heidegger è preziosa cifra interpretativa:
solo percorrendo a ritroso i sentieri del pensiero è possibile l’avanzamento, raccogliere «l’oro del tempo» nella «clessidra del corpo», «tagliare un filo d’infinito».
In ritmi rallentati ed essenzializzati, in un ripullulare coltissimo di echi e di suggestioni, la silloge intesse l’eterna avventura ulisseide della parola che tenta di penetrare dentro l’astratta spirale dell’universo, di captare il sentimento totale dell’infinità, che inevitabilmente le sfugge; e diviene alta metafora sulla sofferenza dell’uomo nella storia, in un registro tonale che mai nulla concede all’enfasi: dizione riscattata di parole, ad esorcizzare rilkianamente nell’ordine della forma il dolore del sogno annichilito.
Aldo Maria Morace

*
Salvatore PINTORE è nato a Oliena (NU) nel 1949. Vive attualmente a Sassari.
Ha pubblicato i libri di poesia
1- PAROLE e SILENZI, 1991, Edizioni Kairos – Sassari.
2- ERANO I GIORNI, 1994, Nemapress Editrice – Alghero.
3- NATI NELLA TERRA, 1996, I.E.P.I. Giardini Editori Pisa-Roma.
4- CAMINERAS DE ABBA – SENTIERI D’ACQUA, 1999, Collana Kairos – Sassari.
5- DISSEMINATI PASSI, 2002, pubblicata a cura del circolo culturale “Rhegium Julii” di R. C.
6- BOGHES PRESONERAS – VOCI PRIGIONIERE, 2009, EDES, Sassari.



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