SALVINI ALL’ATTACCO
Oggi parrebbe in campo il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, soprattutto dopo il successo alle elezioni regionali in Emilia Romagna, dove il suo candidato alla presidenza non ha vinto, ma il suo partito è risultato il primo degli oppositori alla tradizionale prevalenza locale della sinistra.
Perché Salvini?
Nella breve storia della seconda Repubblica la Lega è stata legata dal suo fondatore Bossi a un’alleanza forzata con il partito di Berlusconi per arrivare al potere in qualche Comune o Regione del Nord o a Palazzo Chigi.
Oggi Bossi è in pensione e Berlusconi non è più il leader indiscutibile di un blocco di centrodestra come nel ventennio finito nel 2011, e nemmeno in Forza Italia è più visto come un capo in grado di raccogliere ancora parecchi milioni di elettori.
Si è parlato di un Salvini possibile “centravanti” di una maggioranza post-berlusconiana per portare il Paese fuori dalla crisi, tuttavia è necessario trovare un “centrocampo” in grado di metterlo in condizioni di segnare i gol decisivi. Non sembra ci sia nel Ncd di Alfano, alleato con l’Udc, e neppure nel M5s, dove il fondatore-dittatore Grillo si dichiara “stanchino”, si ritira in disparte, suscita furori interni sui suoi “cittadini eletti” e in Emilia Romagna ha perso molti voti. Nemmeno negli spezzoni della destra ex missina, che del regionalismo e secessionismo leghista non sa cosa farsene.
Sulla scia del lepenismo in crescita in Francia, può bastare l’opposizione all’euro? Può essere attrattiva la sua “amicizia” con Putin?
Non mi pare, così come non mi pare che l’improvviso amore per il Sud, sia così convincente. e privo di opportunismo.
Forse si comincerà a capire qualcosa dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano e possibili elezioni politiche anticipate contro le intenzioni di Matteo Renzi.