Francesco Tadini - Samia Yusuf Omar e Angelo di Carlo, due morti /simbolo. Tra le news di oggi si leggono due notizie “di fine estate” che trovo significative, emblematiche del periodo che stiamo vivendo. Samia Yusuf Omar, atleta somala che partecipò alle Olimpiadi di Pechino, è morta – non si sa esattamente quando – imbarcandosi su una cosiddetta “carretta del mare”, affondando nel viaggio tra Libia e Italia. Angelo di Carlo è morto oggi. Di Carlo si era dato fuoco l’11 agosto 2012 davanti a Montecitorio, disperato per la disoccupazione e l’assenza di prospettive. Oltre alla tristezza di entrambe le morti, oltre alla paura che entrambi i casi ci mettono – quella che, in fondo, ciascuno di noi potrebbe trovarsi un giorno in una analoga situazione di fuga o mancanza di speranze – trovo importante ricordare queste persone che rappresentano in pieno quello che mi viene da definire il colore scuro degli anni che stiamo vivendo. Un’epoca alla quale si è giunti entrando dalla porta principale: quella delle modernità, della rivoluzione tecnologica, del grande ottimismo e dalla quale, forse, stiamo uscendo, passando per la porta sul retro della crisi economica e – ben più importante – della crisi d’identità di tutta una civiltà. La civiltà della rivoluzione digitale, del mondo globalizzato, delle supertecnologie, riesce a mostrarci Marte in diretta, ma non trova lavoro a troppi milioni di persone. Crea immense aspettative, ma non riesce a dare ospitalità a chi vorrebbe, semplicemente, provare a a vivere in un altro Stato. Samia e Angelo ci dicono che è tempo di cambiare, in questa estate torrida che sembra non finire mai.
Francesco Tadini