Domani è uno dei giorni più importante dell’anno per me.
È il mio compleanno??? Noooo! È il compleanno di PischiOne, di qualche familiare, é un anniversario o una data storica?? Noooo!
Domani è SAN ISIDRO, e il mio cuore è colmo di gioia!
Madrid, questa metropoli moderna di più di sei milioni di abitanti (registrati, senza considerare tutti coloro che ci vivono per periodi limitati o senza documenti) all’improvviso si trasforma in piccolo paese di provincia, mantenedo vive tradizioni e folclore nel giorno del suo Santo Patrono. E che tu non sia cattolico poco importa, nemmeno io lo sono!
Ma festeggiare San Isidro è un qualcosa di trascendentale, che supera religioni e fedi. San Isidro è uno di noi!
Secondo la tradizione San isidro nacque proprio a Madrid nel 1082, in una famiglia di modestissime origini. Fin da piccolo Isidro aveva dovuto dedicarsi alla coltivazione dei campi, senza mai trascurare la fede, grazie all’aiuto degli angeli che aravano il campo mentre lui pregava. A Isidro sono attribuiti due miracoli: aver salvato un bambino caduto in un pozzo, e aver fatto sgorgare una fontana di acqua miracolosa, battendo con un bastone il suolo arido. Quest’acqua pare fosse capace non solo di fertilizzare la terra, ma anche di guarire dalle malattie, e proprio attorno a questa fonte nel ‘500 si innalzò una chiesetta dedicata al santo, chiesetta che ogni 15 maggio si trasforma in un luogo di pellegrinaggio e nel fulcro della festa del patrono.
Quindi se domani ti trovi a Madrid non puoi assolutamente perderti la magia di quello che accade nella Pradera de San Isidro, cioè nella enorme zona verde che comprende la chiesetta e un grandissimo parco attorno. Non ci saranno miracoli, ma l’atmosfera sarà surreale. Per me scoprire questa festa ha significato marcare un prima e un dopo nella mia idea di “santo patrono”.
A Cassano Murge, da dove io provengo e dove festeggiamo la Madonna degli Angeli, quello che si fa durante la festa patronale è vestirsi bene, mangiare le noccioline, guardare le bancarelle, stare con gli amici e se si è giovani andare alle giostre.
A San Isidro NO! La festa inizia ufficialmente alla Ermita di San Isidro, dove c’è la fonte Domani quindi bisognerà svegliarsi di buon’ora e fare una lunga fila per bere un sorso dell’acqua miracolosa (cosa che dovrai fare anche se godi di ottima salute, poiché la vida da muchas vueltas e non è mai buona educazione dire di no a un miracolo).
Solo dopo aver bevuto l’acqua miracolosa ci si potrà lanciare nella festa Per partecipare alla celebrazione senza essere additati da tutti i passanti sarà il caso di vestirsi in modo adeguato per l’occasione, cioè da chulapo e chulapa. Si definisce chulapo il castigliano autentico, e indubbiamente non esiste città più castigliana, verace e genuina di Madrid!
Il chulapo e la chulapa non sono vecchietti nostalgici o giovani anacronistici, ma tutti coloro che amano la cultura spagnola, si identificano in essa e per il giorno di San Isidro vogliono rendere omaggio alla grande Castiglia, vestendosi con il tradizionale abito regionale del XIX secolo: per gli uomini un elegante pantalone nero, gilet, berrettino a quadretti bianco e nero e un garofano all’occhiello, mentre la chulapa… vi lascerà senza parole!
Il suo abito ricorda quello delle ballerine di flamenco, un lungo vestito generalmente a fondo bianco con pois rossi o verdi, uno scialle che le copre la testa, un garofano rosso sistemato sulla fronte, proprio al centro del capo, e scarpe con tacco grosso, per ballare fino a notte fonda senza perdere la femminilità. È importante rimarcare che il giorno di San Isidro tutti si vestono con gli abiti caratteristici, e per i turisti poco informati o gli autoctoni distratti ci sono bancarelle che vendono gli accessori base per essere un chulapo doc: scialli, berretti e garofani.
Questa tradizione in città è talmente radicata che nella settimana della festa anche i bambini vanno a scuola vestiti con gli abiti tipici, per cui non vi meravigliate se aspettando la metro o gironzolando per il centro vi scontrate con scolaresche mascherate! Questi piccoli chulapos tra qualche anno animeranno la festa della pradera, suonando la zarzuela o ballando il paso doble davanti a turisti basiti.
Ecco i miei due chulapos preferiti: JL e Lorenzen
Una volta indossati almeno i complementi basici del chulapo e bevuta l’acqua miracolosa ci sono per lo meno 3 cose fondamentali che dovrai fare alla Pradera de San Isidro per entrare in sintonia con il santo patrono:
• lanciarti tra la folla e ballare qualche danza tipica, o almeno provarci
• sederti sul prato e bere tinto de verano, cioè vino rosso diluito con acqua tonica fresca e ghiaccio
• mangiare i dolcetti tipici per l’occasione, le rosquillas del Santo, per lo meno una lista e una tonta, letteralmente una intelligente e una scema.
L’intelligente è ricoperta di zucchero o crema, la scema non ha nessuna copertura
Se sei un temerario potrai anche mangiare una porzione di entresijo, cioè interiora di gallina e/o maiale tagliate in pezzettini di circa 5 cm e fritte in un enorme pentolone. Ma attenzione: riuscire a sopportare l’odore di mondo fritto che emanano i pentoloni della Pradera è solo per veri chulapos!
Al tramonto, un po’ stanchi e provati ma sempre vestiti di tutto punto e muniti di garofano, ci si sposta a Las Vistilla, dei giardini nel centralissimo quartiere de La Latina, per seguire i festeggiamenti sempre con musica, danze e alcol.
In questa seconda parte della festa però il tinto de verano lascerà spazio ai super alcolici: in questa lunga giornata potrai strafare, l’acqua miracolosa di San Isidro ti proteggerà da ogni male!
(tutto il programma della festa qui!)
Magazine Europa
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