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San Michele Arcangelo

Da Marialuisapesce @marialuisapesce

Calvanico è un piccolo borgo in provincia di Salerno, situato a circa 600 metri di altezza, noto per la bella festa dedicata al suo patrono, l'Arcangelo Michele, che si svolge il 29 Settembre.Qui infatti, ormai da secoli, si celebra il culto micheliano, la cui memoria è prima di tutto toponomastica: a lui è dedicata la chiesa principale del paese, che ospita una sua statua d'argento, a lui il Santuario di San Michele di Mezzo, a lui il monte denominato Pizzo San Michele (1567 metri), la quattordicesima salita più ardua d'Italia, situato nel bel contesto dei Monti Picentini, su cui sorge l'eremo più alto d'Italia dedicato al culto aereo dell'Arcangelo.
Sul versante opposto della montagna troviamo la città di Solofra, in provincia di Avellino, anch'essa sotto la protezione di Michele, e così la cittadina di Sarno, situata nella bassa valle del fiume omonimo che attraversa Solofra, Montoro Inferiore e Superiore, Fisciano e le sue frazioni, Nocera Superiore e Inferiore, Sarno, Scafati e Pompei.
Notevole è lo snodo di luoghi di culto dedicati all'Arcangelo Michele, situati in grotte limitrofe all'eremo che sorge su Pizzo San Michele, denominato in origine Monte Sant'Angelo, nella catena dei Monti Mai: la Grotta dell’Angelo a Preturo di Montoro Inferiore; la Grotta dell’Angelo sul Monte Salto in Montoro Inferiore; la Grotta di Sant’Angelo de Panicola detta anche San Michele di Basso o di Mezzo; la Grotta dell’Angelo o degli Angeli in Prepezzano; la Grotta dell’Eremita ad Aterrana di Montoro Superiore; la Grotta dell’Angelo sul monte Faliesi in Petruro di Forino; la Grotta dell’Angelo o San Michele, oggi detta del SS. Salvatore nel Massiccio del Matruneto in Serino; la Grotta dell’Angelo nel monte Le Porche in Siano.
Tutte queste grotte presentano modifiche prodotte dalla mano dell'uomo per renderle più simili alla prima cavità dedicata all'Arcangelo, sorta sul promontorio del Gargano, oggi Monte Sant'Angelo, in provincia di Foggia: l'unico luogo di culto cattolico a non essere stato consacrato da mano umana, ma, come vuole la storia riportata nel Liber de apparizione sancti Michaelis in monte Gargano, da Michele stesso.
Presso gli eremi micheliani che, come abbiamo visto, allocavano in grotte collocate spesso a notevole altezza, esistevano rifugi per i pellegrini, che si inoltravano lungo il sentiero dell'Angelo, contrassegnati sempre dalla presenza di una sorgente e, in mancanza di testimonianze scritte, da signacula che i visitatori si trasmettevano fra di loro per segnare i luoghi del passaggio dell'Angelo.La triplice cinta sacra che circonda il Santuario sul Gargano è riprodotta in maniera pressocchè fedele e nella forma più integrale rinvenuta in Campania, proprio su Pizzo San Michele e sono riconoscibili i Quadrilli, pitture rupestri che servivano a indicare la via per il rifugio del pellegrino.Sono proprio i Quadrilli che tracciano la mappa dei luoghi micheliani sparsi per tutta la Campania a somiglianza e ricordo del luogo di culto principale, situato sul Gargano.Ma va sicuramente a Pizzo San Michele il primato del luogo più alto d'Italia dedicato al culto dell'Angelo.
Il percorso dell'Angelo è tuttavia più esteso: noto come la “Linea di San Michele”, si tratta di una linea coincidente con la Via Langobardorum, che collega St Michael' s Mount (Cornovaglia) con Mont Saint Michel (Francia), la Sacra di San Michele in Val di Susa, l'Eremo di San Michele di Coli nei pressi di Bobbio, il Santuario di Monte Sant'Angelo nel Gargano e forse il santuario sull'isola di Simi in Grecia fino ad arrivare sul Monte Carmelo in Israele. Sembrerebbe una linea energetica che, sotto l’impulso delle apparizioni di San Michele Arcangelo e la costruzione di edifici sacri su punti da Lui indicati durante diverse apparizioni, diventa via di pellegrinaggio ma anche via di comunicazione storica. Un’altra caratteristica di questa linea è il suo perfetto allineamento con il tramonto del Sole nel giorno del Solstizio d’Estate, giorno che è sempre stato ritenuto importante per riti e connessioni energetiche con la Natura.
Il culto di Michele è una rivisitazione longobarda e spuria dell'Odino nordico, che trova nel Duomo di Benevento il suo principale luogo di culto dopo l'avanzata dei Longobardi fino al promontorio del Gargano.Michele è anche l'Ermete Trismegisto della tradizione alchemica ed egizia, è il Melchisedec del più alto degli ordini religiosi dell'Ebraismo, colui che avrebbe preceduto il Messia in grandezza.Nella Kabbala (vedi "I frutti dell'albero della Vita - la tradizione kabbalistica" di O. M.Aivanhov) corrisponde all'Arcangelo reggitore della sefira della "Bellezza", ovvero Tipheret, che è la sefira centrale dell'albero della Vita.A lui è collegato l'ottagono, una figura simbolica importante, perché indica la transizione dal quadrato al cerchio, ossia dalla terra al cielo, e simboleggia perciò la risurrezione e la rinascita.
Esso costituisce la pianta dei battisteri, di molte chiese consacrate al Santo Sepolcro di Cristo e delle cupole romaniche, e si ripete in maniera quasi ossessiva nel misterioso Castel del Monte, in Puglia, presso Andria. Otto punte hanno le croci stellate templari e quelle di Malta. Secondo una leggenda fu l'Arcangelo Michele in persona che ordinò ciò al primo Gran Maestro, Hugues de Payns: "Il vostro simbolo sarà la croce, inserita nell'ottagono". 
Infine un'ultima curiosità legata alla figura di questo Arcangelo, tratta dal libro "La Dea Bianca" di Robert Graves, che, per inciso e onor di cronaca, spesso venne criticato per la debolezza delle sue associazioni storiche, antropologiche e filologiche:
"...Secondo il Targum Yerushalmi talmudico, a proposito di Genesi, 11, 7, Jahvèh per creare Adamo si servì di polvere che l'angelo Michele aveva preso dal centro della terra e dai quattro angoli del globo e la mischiò con l'acqua di tutti i mari.
Dal momento che i rabbini preferivano modificare anziché distruggere le antiche tradizioni che sembravano nocive al nuovo culto di uno Jahvèh trascendente si può postulare una storia originaria in cui Adamo fu creato da Michal (e non da Michael) di Ebron, la dea di cui David derivò il suo titolo regale sposandone la sacerdotessa. David sposò Michal a Ebron, che può essere definita il centro della terra, in quanto vicina al punto d'incontro di due mari e dei tre continenti antichi.
Questa identificazione di Michal con Michael potrebbe apparire forzata, se non fosse che il nome di Michael si trova solo in scritti postesilici e non appartiene quindi alla tradizione ebraica antica, e che nel Discorso su Maria di Cirillo di Gerusalemme (pubblicato da E.A.W. Budge in Miscellaneous CoptcTexts) si trova questo passo:
“E’ scritto nel Vangelo agli Ebrei [un vangelo ebionita perduto che si presume sia l’originale di quello di Matteo] che quando Cristo desiderò venire sulla terra per soccorrere gli uomini, il Buon Padre chiamò una grande potestà celeste che aveva nome Michael e affidò Cristo alle sue cure. E la potestà discese sulla terra e si chiamò Maria, e Cristo fu nel suo grembo per sette mesi, e infine ella lo partorì…”
Gli ebioniti, mistici esseni del I secolo d.C., credevano in uno Spirito Santo femminile, e quelli di loro che abbracciarono il cristianesimo e dai quali discendono gli gnostici clementini del II secolo, facevano della Vergine Maria il ricettacolo di questo Spirito Santo, che essi chiamavano Michael (“Chi come Dio?”)…”

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