“Apparizione dell’Eucarestia a San Pasquale Baylon” di Bernardo Lopez
Tra Napoli e provincia esistono numerose vie e piazze dedicate a San Pasquale, il santo venerato il 17 maggio.
Pasquale è il decimo nome più presente in Campania e circa il 56,3% dei partenopei si chiama così. Il nome deriva dal termine latino Paschasius, comune nelle iscrizioni cristiane di Roma, divenuto nel Medioevo Paschalis, volgarizzato in Pasqualis, ed era dato tradizionalmente ai bambini che nascevano nel giorno di Pasqua poiché l’antico nome deriva dal latino Pascha, cioè Pasqua.
Ma perché si festeggia a maggio? Il 17 è il giorno in cui nel 1592 morì San Pasquale di Baylón, religioso spagnolo proclamato santo nel 1690 da papa Alessandro VIII. Nato nel giorno di Pentecoste, il 16 maggio del 1540 a Torrehermosa, fu avviato, sin da piccolo, al pascolo di greggi di pecore, durante il quale imparò a leggere da autodidatta per poter conoscere le preghiere. A diciotto anni chiese di essere ammesso al convento dei Frati Francescani Alcantarini di Santa Maria di Loreto, ma fu inizialmente respinto per la sua giovane età e riuscì ad entrarci solo due anni dopo. Nel 1576 il ministro provinciale gli affidò la missione di recarsi a Parigi per consegnare alcuni documenti al Padre Generale degli Alcantarini. Viaggio non facile, dato che in quegli anni alcune province francesi erano dominate dai calvinisti. Nel corso della sua vita scrisse anche un libro sulla reale presenza di Cristo nel pane e nel vino. Morì nel convento di Villareal il 17 maggio 1592, anche questo era giorno di Pentecoste.
statua di San Pasquale Baylon
Fu beatificato ventisei anni dopo la morte da papa Paolo V e proclamato santo nel 1690 da papa Alessandro VIII. Le sue spoglie, che si veneravano nel monastero dove morì, andarono disperse durante la Guerra Civile Spagnola (1936-39). Parte di queste sono state poi recuperate e attualmente sono conservate presso il Santuario dedicato al santo a Villarreal. Nell’iconografia è rappresentato vicino ad un gregge, viste le sue origini, nell’atto di adorare un ostensorio, dato che era considerato un difensore dell’eucarestia, che fu il centro della sua vita spirituale. Nel 1897 Leone XIII lo proclamò patrono dei Congressi eucaristici.
zabaione
Non molti sanno, però, che San Pasquale è il protettore dei cuochi e dei pasticceri. Infatti quando passò un breve periodo della sua vita a Torino, presso la parrocchia di San Tommaso, una leggenda narra che consigliasse alle spose infelici di riaccendere la fiamma della passione con un dolce da lui creato: lo zabaione. Il termine trae infatti proprio origine dal nome del frate, San Pasquale de Baylón che in dialetto torinese abbreviato diventò San Bajon, italianizzato poi in zabaione. Secondo alcuni invece il santo creò questa ricetta in Spagna e la sua fama arrivò nell’Italia meridionale grazie al dominio spagnolo nel Regno delle Due Sicilie. Inoltre San Pasquale è anche protettore delle donne, in particolare di quelle che cercano marito. In Campania è diffusa anche una preghiera che recita: “San Pasquale Baylón, protettore delle donne, mandami un marito, bianco rosso e colorito, ma deve essere tale e quale, come te San Pasquale”.
Fonti: Eugenio Mucio, “Opulenta salernum”, Rizzoli, Milano, 2014
Antonio Borrelli, “Santi, Beati e testimoni. Enciclopedia dei Santi”, 2004