Lunedì 21 gennaio si svolge l’ultimo vertice ministeriale sui 250 licenziamenti previsti all’Ospedale San Raffaele di Milano. Il Coordinamento di Base Sanità Milano ha convocato un presidio di protesta e solidarietà davanti a Palazzo Marino. Stessa musica anche a Roma: condannati a lavorare senza stipendio da novembre – pena una sanzione per interruzione di Pubblico Servizio – i lavoratori hanno lanciato un appello al nuovo Commissario della Regione Lazio per sbloccare i pagamenti degli stipendi arretrati di novembre, dicembre, e la tredicesima.
MILANO. “Quella di lunedì è l’ultima occasione utile per arrivare a un accordo”, spiega Angelo Mulè, coordinatore della Rsu dell’ospedale. L’incontro di giovedì scorso al Ministero del Lavoro è stato il primo della fase amministrativa della procedura di licenziamento collettivo, un periodo che per legge dura un mese, e si è protratto fino a sera senza produrre nessun risultato concreto. I 30 giorni di tempo ormai sono scaduti, quindi quella di oggi è l’ultima possibilità che hanno le parti per trovare una soluzione condivisa che salvi i posti di lavoro.
“Sul piatto della bilancia – racconta uno dei lavoratori intervistato da L’isola dei cassintegrati – c’è un bieco baratto: bloccare i licenziamenti, ma accettare grossi tagli di stipendio. Questo però non ci mette per nulla al riparo da una futura decisione da parte dell’amministrazione di far ripartire la procedure di licenziamento collettivo”, spiega, e aggiunge che fino ad ora “le parti sono state molto distanti”.
Il Coordinamento di Base Sanità Milano ha convocato un presidio di protesta e solidarietà in concomitanza con l’incontro ministeriale, dalle 17.00 alle 19.00, davanti a Palazzo Marino.
ROMA. Altra regione, altra proprietà, ma la situazione resta critica anche nel Lazio per gli ospedali San Raffaele. Il comitato che racchiude le 13 strutture sanitarie della Lazio ha scritto una lettera aperta al nuovo Commissario della Regione per chiedere di sbloccare il pagamento degli stipendi arretrati di novembre, dicembre, tredicesima e, se le cose non dovessero cambiare, probabilmente anche gennaio. Le promesse fatte dal precedente Commissario di Governo, Enrico Bondi, sono infatti cadute nel vuoto in seguito alle sue dimissioni. Ai lavoratori non resta quindi che rinnovare l’appello a Filippo Palumbo, che ha preso il suo posto alla guida delle Regione fino all’insediamento del nuovo Governatore.
“La situazione di massima gravità nella quale ci troviamo ad operare stante le rigide posizioni fortemente discriminatorie che i precedenti Commissari di Governo hanno assunto nei confronti del Gruppo San Raffaele cui è seguita, dopo sforzi incredibili da parte della dirigenza del Gruppo, una posizione altrettanto rigida che si concretizza nella impossibilità di erogare gli stipendi se non vengono erogati i fondi regionali per le prestazioni eseguite”.
Il Comitato e la dirigenza ritengono “inaccettabili” i ritardi dei pagamenti e ricordano che le tredici strutture del gruppo sono tutte accreditate con la Regione Lazio e “costituiscono vere eccellenze del nostro Servizio Sanitario Nazionale”.
“Vista la grave ed insostenibile situazione che ci vede alla data odierna con gli stipendi di novembre, dicembre, tredicesima e, a breve, gennaio non erogati dall’azienda, le chiediamo un urgente incontro ufficiale non soltanto con la dirigenza ma anche con una rappresentanza del Comitato e delle forze sindacali”.
Condannati a lavorare senza stipendio da novembre, pena una sanzione per interruzione di Pubblico Servizio, i lavoratori si domandano quale possa essere il futuro del Sistema Sanitario Nazionale del nostro Paese.
di Marco Nurra | @marconurra