Mi sono approcciato al disco di reunion della band di Warrel Dane, autori negli anni ’80 di due album straordinari quali Refuge denied (il mio preferito) e Into the mirror black, con tutto lo scetticismo possibile. Considerando che trovo pochi gruppi più inutili dei Nevermore, potrete immaginare il mio stato d’animo. Ma, d’altronde, i colleghi di redazione sostengono sia meglio che di ‘sto lavoro mi occupi io e va pure scritta una recensione sui Sanctuary che ritornano in studio a 25 anni dal precedente full.
Si parte male già dalla prima traccia: Arise and Purify non è proprio nulla di che. Ci sta pure il ritornello alla Alice in Chains che, chiariamolo, sono una delle band della mia vita. Questi, però, sono i Sanctuary che, pur provenienti da Seattle, sono sempre stati agli antipodi rispetto a certe sonorità, non c’è bisogno che ve lo dica. Si riprendono discretamente con la successiva Let the Serpent Follow Me, più classicamente nel loro stile. Potente e quadrata, anche se Warrel Dane non è più lo stesso dei primi due gloriosi dischi. Troppi anni di Nevermore hanno fatto i loro danni, ahimé. Exitium ripropone ancora ‘ste voci pulite pulite nel ritornello al limite dell’alternativo andante. Non un gran pezzo. Il resto prosegue più o meno sul medesimo stile e, a parte qualche sporadico episodio qua e là (la discreta semi-ballad I Am Low e il singolo Frozen, con il suo bel ritornello piacione che fa capolino tra le linee di doppia cassa e le strutture ritmiche tipiche di un genere, il power metal americano, di cui loro, i concittadini Metal Church e i Vicious Rumors furono forse i più osannati interpreti durante la decade degli yuppies), è davvero difficile trovare questo comeback interessante. Nessuna canzone che sia una davvero degna di nota.
Compratelo pure se vi piacciono i Nevermore e questo tipo di metal acchiappone ma chi si aspetta delle sonorità più genuine è meglio che stia alla larga. Se questo è il risultato finale, potevano anche non riesumarli, i Sanctuary. Il lato positivo è che comunque andranno in tour e avrò occasione di vederli dal vivo con gli Overkill nel 2015. Attendiamo, quindi, sperando che limitino il più possibile la promozione di The year the sun died e ci regalino le perle storiche. Ammesso che Warrel Dane ce la faccia ancora a reggere classici come Die for my sins o Sanctuary. Mah…