Ho scelto discipline sportive non agonistiche e fortemente individuali: il nuoto, ad esempio, in cui sono sola come una cagna bagnata a fare avanti e indietro per una piscina piena di sconosciuti zitti e altrettanto bagnati. Vado in orari poco affollati, mi guardo bene dal parlare con qualcuno. Mi sono creata una routine snervante e dei mantra motivazionali a mio uso e consumo (dentro di me c’è una ragazza magra che vuole uscire, dentro di me c’è una ragazza magra che vuole uscire, dentro di me c’è una ragazza magra che vuole uscire…). Ma anche lo yoga, in cui non si può parlare, interagire e non serve guardare come e cosa fanno gli altri perché altrimenti ti distrai e sbagli.
Non seguo sport, perché devo già comprarmi 8 cappotti a stagione, mica posso permettermi anche l’abbonamento allo stadio (in più se mi abbono a Mediaset Premium, mio padre mi disereda). Poi perché sono troppo partigiana e se per caso mi confronto con uno del Toro -poco importa che sia una delle mie migliori amiche- poi mi tocca dirgli che con la sua fede calcistica mi ci pulisco il culo: io voglio gli scudetti -che sono e rimangono 31-, voglio vincere prima della fine del campionato, andare in centro a guardare il pullman dei giocatori e urlare come una bestia di Satana.
Idem con la politica, in primis perché è schifosa e fa male alla pelle (semicit.). Poi perché finirei con il voler fare il despota illuminato e mi porterebbero alla neuro in preda a deliri di onnipotenza.
Sul lavoro cerco di fare del mio meglio ma senza morirne. Perché ci tengo troppo ad avere, alla fine della giornata lavorativa, un minimo di serenità e concentrazione per fare altro. Ma perché se mi lascio prendere, potrei cominciare a parlare come la figlia segreta di Gordon Gekko e morirei probabilmente nel mezzo di una vertenza sindacale.
Povera diavola, che pena mi fai: mi sono cullata nell’illusione di aver risolto il problema e invece ho sbagliato tutto. Avevo tralasciato Darwin: l’homo sapiens è progettato per funzionare in economia. Non c’è niente da mangiare? Il corpo usa i muscoli e l’adipe per sopravvivere. Non c’è un avversario? La mente ne fabbrica subito uno con quello che trova. Che io sia una pazza furiosa assetata di sangue avversario, posso accettarlo o quanto meno occultarlo. Che voi-sapete-chi ironizzi su questo, ma sia in realtà molto più competitivo di me e che quando facciamo una partita a Taboo c’è un clima da Hunger Games, anche quello va bene. Ma che Brezsny mi faccia la morale, questo no.