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Sanità 2.0, telemedicina: l’Italia è divisa in due, grande divario tra Nord e Sud

Creato il 05 maggio 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

È una realtà frammentata tra strutture regionali quella della telemedicina in Italia, con un nord tendenzialmente più all’avanguardia nell’adozione di nuovi strumenti e servizi online. È infatti soprattutto a nord dello stivale che si registrano esperienze e progetti validi di telemedicina. A rivelarlo è la Mappa dei servizi di telemedicina realizzata dal Movimento Difesa del Cittadino (MDC) in collaborazione con le Asl territoriali, illustrata oggi a Roma nel corso di un convegno sul tema.

(west-info.eu)

(west-info.eu)

Lo studio sulla telemedicina, grande divario tra Nord e Sud. Il monitoraggio ha coinvolto un campione totale di 139 Asl portando alla luce una realtà nazionale estremamente frammentata sugli effettivi servizi offerti ai cittadini come il cambio medico, i referti e il pagamento online, la cartella clinica elettronica, la possibilità di prenotare e disdire visite. Strutture altamente specializzate sono state individuate soprattutto in regioni del nord come l’Emilia Romagna il Veneto e il Trentino Alto Adige, mentre una situazione mediocre si registra al centro, con siti web poco aggiornati e pochi servizi online. Insufficiente invece l’adozione di strumenti di telemedicina al sud, che vede ultime Molise e Basilicata, dove la maggior parte delle Asl non ha neanche un sito web di riferimento e dove l’unica eccezione è rappresentata dalla Puglia che, attraverso siti e piattaforme web, offre servizi altamente informatizzati.

Le potenzialità delle nuove tecnologie. Secondo gli esperti intervenuti al convegno, le nuove tecnologie al servizio della salute potrebbero non solo ottimizzare e semplificare il lavoro di medici e operatori sanitari, ma offrire maggiori garanzie sulla qualità del servizio ai pazienti, un migliore monitoraggio delle patologie e un notevole risparmio in termini di mobilità e prestazioni. Non mancano le criticità su cui si sta concentrando il dibattito attuale quali il rispetto della privacy, una scarsa formazione degli addetti ai lavori unita alla percezione che si tratti di un costo e non di un investimento, l’adeguatezza delle tecnologie e della banda larga.

È ancora molta la strada che l’Italia deve fare per offrire adeguati servizi di telemedicina ai cittadini, non mancano tuttavia iniziative, progetti e sperimentazioni che costituiscono delle vere e proprie best practices nel nostro Paese e che andrebbero sostenute ed estese a livello nazionale. Proprio l’innovazione e l’impatto sociale sono stati oggetto del Premio “E-Health – Salute&Innovazione 2015” che, a fine convegno, ha valorizzato le eccellenze italiane nell’adozione di strumenti di salute online. La Giuria ha infatti selezionato, tra i candidati al premio, le tre strutture del Centro Cardiologico Monzino, della Sis Consulting eTelecardiologia Alto Friuli, che si annoverano così tra le best practices di questa prima edizione. (ADNKRONOS)


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