La Sanità nel Lazio è al collasso. Ospedali in crisi, prestazioni sempre più scadenti, poche risorse e liste d’attesa a volte molto lunghe.
Dai vetrini per gli esami istologici, ai ferri monouso per gli interventi alle garze asettiche è lunga la lista delle strumentazioni primarie che scarseggiano al San Giovanni e al Sant’Eugenio di Roma e che mettono in serie difficoltà il lavoro di medici e infermieri. Ad affossare questo quadro, già in partenza allarmante, sono i tagli regionali alla sanità che, in pochi mesi, hanno portato alla chiusura del Pronto soccorso medico-chirurgico del Cto, alla soppressione della Neurochirurgia del Casilino, della Neurotraumatologia del Santo Spirito e di tre posti nella Neurochirurgia del San Giovanni.
Le proteste si susseguono in modo sempre piu continuo:
“Sono già stati fatti dei tagli nella sanità privata e classificata e se predispongono di nuovi anche nel pubblico oltre a vere e proprie dismissioni di parti del sistema che non risaneranno la sanità ma la porteranno al collasso definitivo”, spiegano mettendo l’accento poi anche sulla questione precari: “Al collasso strutturale e organizzativo rischia di associarsi una altrettanto grave caduta occupazionale” per circa 3400 lavoratori a termine. Poi nel documento puntano il dito contro il commissario governativo che “pensa di far quadrare i conti sopprimendo servizi e rottamando lavoratori e posti letto, ignorando i cittadini”.
Per la prima volta quaranta tra sigle sindacali e associazioni del comparto si sono unite per denunciare il rischio “di un imminente collasso” dell’intero settore. Un grido di allarme, il loro, che si è tradotto anche in un appello inviato al presidente della Repubblica, del Consiglio, al ministro della Salute, al prefetto di Roma, e al commissario ad acta. Appello nel quale sottolineano come, in questo momento, siamo a rischio anche i livelli essenziali di assistenza.
Salute: Continua la protesta dei lavoratori dell’Idi
I dipendenti dell’istituto, senza stipendio da 4 mesi, portano avanti anche uno sciopero della fame. Il sit in davanti alla Prefettura e la solidarietà delle istituzioni. Il messaggio del presidente Napolitano
Sanità Lazio: cresce la protesta dei lavoratori esternalizzati del Policlino Tor Vergata
Ieri mattina un centinaio di lavoratori esternalizzati del Policlinico di Tor Vergata, che già da lunedì scorso sono in presidio permanente davanti all’ospedale romano, hanno dato vita ad un corteo spontaneo tra le vie della struttura sanitaria. Alcuni lavoratori hanno piantato le tende davanti al PTV, a dimostrazione che non intendono interrompere la battaglia.
Gemelli, emergenza tagli
“Rischiamo di non farcela più”Sanità laziale in profonda crisi. L’allarme arriva dai vertici del policlinico dopo il giro di vite del commissario Bondi. Il direttore Guizzardi: “Non bloccheremo le prestazioni, finché ce la facciamo. Dovremmo chiudere il nuovo reparto neonatale”. Protestano ancora i lavoratori dell’Idi senza stipendio in piazza Santi Apostoli. Sulla Colombo sit-in dei dipendenti del San Raffaele
SANITA’, PROTESTA LAVORATORI SAN RAFFAELE ALLA REGIONE
Oltre alla manifestazione dei lavoratori dell’Idi davanti piazza Santi Apostoli questa mattina, 29 novembre, anche i dipendenti del Gruppo San Raffaele sono scesi in piazza a protestare. Il luogo scelto per difendere le strutture di Cassino e Viterbo, a rischio chiusura, è il piazzale davanti alla Regione Lazio. Quello che i dimostranti vogliono far capire è che questi tagli potrebbero comportare “complessivamente la cessazione di 273 prestazioni ospedaliere al giorno e il licenziamento di quasi 700 lavoratori”.
Sanita’ Lazio: ospedali religiosi, dal 6 dicembre stop a prestazioni, finiti i fondi
Roma, 29 nov. (Adnkronos Salute) - Blocco delle visite specialistiche e delle attivita’ ambulatoriali e non straordinarie per gli ospedali classificati gestiti da enti e congregazioni religiose nel Lazio dal 6 dicembre “perche’ sono finiti i fondi a disposizione per colpa dei decreti Bondi. Ma saranno garantite comunque le prestazioni dei pronto soccorso, le rianimazioni, l’oncologia, le aree materno infantile”.