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Sanremo 2012: Pare impossibile non parlarne

Creato il 21 febbraio 2012 da Lazitellaacida
E che mondo sarebbe senza la mia opinione al riguardo? Un mondo migliore, certamente. Lo so, lo sapete, io il Festival lo guardo. E non lo guardo perché mi ci costringono, non lo guardo per lavoro, non mi sentirete mai dire “la televisione? Io non la guardo. Anzi, non ce l'ho nemmeno”. Io la televisione la guardo, tra i miei programmi preferiti c'è Tv Talk al sabato pomeriggio su Rai3 perché dopo averla guardata mi piace anche criticarla.  Come tutto, del resto. Anzi, mai come negli ultimi anni m'è venuta voglia di guardarlo proprio di gusto il Festival. Con occhio e orecchio diverso, non di quella certamente che compra cd (l'ultimo acquistato è stato il primo cd da solista di Beyoncè e c'erano ancora le lire se non sbaglio) ma di quella che ha un'età e una posizione per poter guardare un evento del genere senza schifarlo. Ecco, sono entrata nell'età in cui guardo il telegiornale. Chi sono io per giudicare il Morandi II? Nessuno, ma lasciatemi dire che è andata certamente meglio dell'anno scorso. Se non altro perché sapevamo cosa aspettarci: tempi morti, battute lasciate morire sul palco insieme agli orchestrali, vallette impedite, interventi comici da (non?) ricordare. Visti i nomi che giravano per la co-conduzione femminile mi ero lasciata un po' scoraggiare (Tamara Ecclestone? Ivana Mrazova?), ma poi tutto quel Grande Circo del Festival mi ha coinvolta e sono rimasta sveglia per conoscere la vincitrice, cosa che non succedeva nemmeno da piccola guardando Miss Italia e sapete l'influenza che hanno su di me le coroncine. Ad ogni modo quello che tutti speriamo è che per qualche decina d'anni ci siamo levati dalle palle Morandi e Quel Predicatore. Per la prossima edizione si cominciano a fare i nomi della De Filippi (cioè spostare il serale di Amici da Milano a Sanremo), di Massimo Ranieri (che mi sembra un attimo più sveglio di Morandi ma non ci giurerei) e di Fiorello (che piuttosto che andarci si darebbe fuoco). Anche Geppi, dopo i suoi splendidi interventi, pare adatta ma io spero che non ceda alla trappola e continui a fare le sue cose senza intricarsi in macchine che la possono solo schiacciare. A mio avviso, l'unico in grado di giocare con le palle del toro del Festival facendo I Grandi Ascolti rimane Bonolis.


Riassumiamo quei pochi brandelli di memoria che mi sono rimasti e ricapitoliamo:  - Gianni Morandi: Conduzione pessima, lenta, vive i tempi morti come attacchi di narcolessia sul palco. Guarda il gobbo come se stesse apparendo la Madonna di Medjugorie. Interviste brutte e mal scritte, ospiti spostati a spintoni sul palco, poco spazio per la spalla Papaleo. Voto: 3 - Rocco Papaleo: E' stato la grande scommessa persa del Festival. Mi aspettavo che perculasse Morandi tutto il tempo, dopo tutto è un attore, se hai fatto un minimo di teatro non dovrebbe spaventarti l'improvvisazione. Invece no, è sembrato perennemente castigato, in punizione, quasi censurato. Umorismo triste, scarso e di quasi troppo intellettuale. Fossi nella Basilicata, cambierei testimonial. Voto: 4 - Adriano Celentano: becera scena da fine del mondo al quale spero che qualcuno abbia creduto e abbia cambiato canale in tempo prima di cadere nella trappola 'vabbhè sentiamo che c'ha da dire'. Non aveva niente da dire. Voleva fare un invettiva, una regolata di conti con tutti quelli che gli stanno antipatici. Ho creduto per un attimo che volesse dire qualcosa contro la stampa cattolica, invece no, stava facendo proselitismo. Poteva criticarli sotto mille aspetti ma ha scelto quelli sbagliati. E io, che Famiglia Cristiana ce l'ho in casa da 28 anni, te lo posso dire a memoria di cosa parlano. Anzi no, perché ho smesso di leggerlo da quando hanno criticato Fiorello per il salva-la-vita-pischelli. Celentano ha fatto un pessimo spettacolo, è vergognoso che sia stato pagato 700 mila euro anche se questi soldi verranno dati in beneficenza. Perché non c'era posto migliore, per quei soldi, che rimanere nelle tasche degli italiani. Voto: 0 - La Regia: “se il regista fosse stato a NY l'11 settembre 2001, avrebbe inquadrato il ponte di Brooklyn' (cit.) Solo per dire che non mi è sembrata mai molto sul pezzo.  - Coreografie: qualcuno ha detto Franco Miseria? Qualcuno ha detto Daniel Ezralow? No, vero? Ah ecco. Franco Miseria io me lo ricordo negli anni '90 che faceva le coreografie di Domenica In mentre Marco Garofalo faceva quelle di Buona Domenica. Due programmi che non vanno più in onda. Facciamoci due domande. Ezralow per quanto ne so curava le coreografie solo del balletto in apertura di serata. Che, puntualmente ho perso ogni sera perché impegnata a guardare Un Posto al Sole fino alle 21. Voto: 2 - I Soliti Idioti: Sarò medioman, sarò una provinciale ma a me, estratti dal contesto di MTV fanno -ancora più-ridere. Al punto che li ho citati anche nella recensione del Giustiziere della Notte 3, scatenando le ire dei più snob. Li trovo geniali, riescono a rendere maschere i punti deboli degli italiani, accentuando i tratti più caratteristici del popolo medio. Qua a Milano, gli O M O S E S S U A L I hanno in mano la città. O per lo meno, gli aspetti pi divertenti. Non è razzismo farlo notare, è semplice osservazione critica. Voto: 7 E le donne? Quali donne? L'unica che andrebbe veramente menzionata come tale è Geppi Cucciari, ma questa rubrica non è degna di lei. E' stata fantastica: era vestita adeguatamente e ho trovato veramente molto carino da parte sua scegliere uno stilista della sua terra d'origine (Antonio Marras) per la sua apparizione televisiva più importante.

A lei, voto: 9 Altre donne? Forse donnette. Non vanno recensite per altro che non sia quello che avevano indosso. Non hanno saputo far niente, hanno giocato a nascondino per due serate (“Ma Ivana c'è o non c'è?” “Esiste?” “E' rimasta a casa per un male alla cervicale? Allora per i dolori mestruali cosa fa, presenta la giustifica per l'ora di educazione fisica?”) e quando finalmente sono arrivate mi hanno fatto rimpiangere la loro assenza. Belen Rodriguez
Sanremo 2012: Pare impossibile non parlarne  Da sinistra, Alberta Ferretti, Fausto Puglisi, Fausto Puglisi L'abito nero (Moschino? Alberta Ferretti? Qualcuno veramente vuole prendersi il merito?) è stato un potenziale bell'abito. Come dire, altri 20 cm di tessuto in più sul decolleté e ce l'avreste fatta. Un abito da principessa? Certo. Un abito da principessa appeso ai capezzoli, semmai. E' stata lei stessa a definirlo così il giorno dopo dello Scandalo Mutandine, dicendo che alla prima sera si è presentata vestita da principessa e alla seconda sera si è vestita da troiacosì” per dimostrare che lei è una persona che sa stupire. Me non mi ha stupita affatto: il fatto che abbia una vagina non mi stupisce, il fatto che la mostri non mi stupisce, il fatto che si sia fatta fare un tatuaggio per metterla in evidenza non mi stupisce. Nemmeno l'abito di Fausto Puglisi mi stupisce. L'unica cosa che mi stupisce è che ci siano ancora uomini che scodinzolano. Quello che penso io è che dopo l'uscita del video porno (e della presunta gravidanza, perché si vabbhé c'è ancora qualcuno che ci crede?) tutti, ma proprio tutti, gli uomini hanno pensato: ma è tutto qua? Così moscia? Dove sono i palpiti, gli ansimi, le urla di piacere, le carambole? Insomma, dov'è la Belen dell'immaginario maschile comune? Belen è un brand e come tale deve vendersi. Il brand di Belen si chiama sesso. Lei è sesso. Lei fa sesso. Questa cosa è indubbia: lei è bellissima, è sensuale da morire. Il fatto che sappia anche condurre e cantare poi, passa necessariamente in secondo piano. Dopo l'uscita del video porno il brand Belen non è ne è uscito bene perché è sembrata molto più normale meno porca di quanto tutti gli uomini si aspettassero. Io li visti i miei colleghi passarsi il film sulla chiavetta e guardarlo davanti a me. Erano tutti DELUSI. Belen aveva bisogno di una botta di aria fresca nelle parti basse, doveva ricordare al mondo che sapeva essere -ancora- porca come prima. Nessuno discute la strategia di marketing, che  ch' s'adda fa' pe' campa, fija mia. Quello che a me, personalmente, ha dato sui nervi è il falso pudore con il quale ha continuato a vendere la sua versione dei fatti. Che vada in giro senza mutande (o con le mutande color carne cucite solo sulle grandi labbra di sinistra) a me poco importa, che lo faccia durante l'evento televisivo più importante in Italia, ecco quello mi fa girare un po' il culo. Voto: 0 Elisabetta Canalis Sanremo 2012: Pare impossibile non parlarne Atelier Versace
Sanremo 2012: Pare impossibile non parlarne Roberto Cavalli
E' rimasta nel classico delle sue scelte: Versace e Cavalli. Da lì, lei non si scosta tanto. E' tamarra, c'è poco da fare, dovremmo già ringraziarla che non vesta Richmond. Non sono per gli abiti corti nei gala importanti quindi il Cavalli uscito in contemporanea con lo smutandato di Belen non mi ha fatto impazzire. Forse forse rimpiango i Pucci dello scorso anno (ma mai quanto il Versace della prima sera del 2011, Eli vestiti di rosso e lascia perdere tutto il resto). E' riuscita nell'incredibile impresa dell'apparire meglio di Belen. E nemmeno facendo molto, semplicemente VESTENDOSI. Che dio mi fulmini in quest'istante se ho mai pensato una parola buona su Elisabetta, ma devo dire che rispetto alla sua antica rivale, quella che ha continuato a calpestarle lo strascico anche quest'anno (volevo stupirla, forse?) è sembrata MEGLIO. Preferisco un incapace che si fa perculare dagl'interi Stati Uniti d'America per quanto sia negata a ballare piuttosto che una che sarebbe capace di fare tutto ma si vende nella maniera sbagliata. Ci vuole talento anche a raccogliere le critiche, questo va detto. Voto: 6 Ivana Mrazova Sanremo 2012: Pare impossibile non parlarne  Da sinistra, Fausto Sarli, N/A, Fausto Sarli
Sanremo 2012: Pare impossibile non parlarne Da sinistra, Alberta Ferretti, Alberta Ferretti, Moschino, Moschino Inutile. Inutile come la canzone di Finardi, come il predicozzo di Celentano, come sapere delle mutande di Belen, come le dimissioni di Mazzi a Festival concluso. Se non ci fosse stata forse Papaleo si sarebbe sciolto, dopo tutto è pur sempre un ottimo attore. Invece no, lei c'era e aveva la funzione della hostess. Non sapeva l'italiano (ve la ricordate Eva Herzigova quando mostrava orgogliosa di non portare nessun auricolare?) e non conosceva noi italiani. Non sapeva niente della nostra storia, della nostra cultura. Noi italiani si sa, che non diciamo mai di no ad una Bella Figa Straniera. Ci piace l'esotico, ce l'ha insegnato il nostro ex premier. Però anche le donnine che arrivano in Italia con la piena del Brenta sanno che per approdare in tv quattro cose devono saperle fare insomma: parlare, agitare il sedere, ridere, cantare. Non vi si chiede tanto, un permesso di soggiorno non lo si nega a nessuno. Invece no, Ivana beata innocenza, non ha saputo fare niente, nemmeno stare sul palco. Voto: 3 Nei giorni del Festival ho ricevuto una mail dalle pr di Miss Italia che si lamentavano, in maniera forse teneramente eccessiva, della magra figura fatta dalla Canalis. Quanto meglio ci sarebbe stata una Miss Italia al suo posto, dicevano. Lì per lì mi sono messa a ridere, quasi una guerra tra poveri mi è sembrata: non dicono sempre le Miss Italie che nell'anno di elezione son sempre che lavorano? Non sono tutte lì a mollare i fidanzati dopo due secondi perché troppo impegnate a inaugurare supermercati? Sarà la crisi, forse di supermercati da inaugurare non ce ne sono più tanti ma una cosa è vera: perché non c'hanno messo una Miss Italia su quel palco? Non la solita Martina Colombari, non l'insopportabile innaturalezza della Chiabotto ma una di primo pelo, una di quelle diciottenni che escono dalla provincia e vanno a Miss Italia. Oppure una Miss Italia di quelle di classe, di quelle come non ne fanno più, come Anna Valle. Insomma, il Festival è un evento italiano, anzi è L'Evento Italiano per Eccellenza: i palinsesti si fermano, i critici si concentrano, le sale stampa si affollano. Mediaset pianifica incursioni alla concorrenza e si rassegna all'inferiorità mediatica per 5 giorni. Andrebbe trattato e tutelato come tale e tutta questa attenzione è sana, è utile, spinge a fare bene. Mi consola vedere gente che a 70 anni ancora trema all'idea di calcare un palco come quello. Non è da tutti ammetterlo, come non è da tutti ammettere che si ama ancora guardare un evento giunto alla sua 62esima edizione. Alla fine di questo Festival però posso dire che per il prossimo anno, con tutti i sacrifici che ci stiamo apprestando a fare, direi che ci meritiamo di più.

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