Giovanna Avignoni, la contatto subito dopo aver letto l’elenco dei diciannove finalisti di Sanremo Writers, il titolo del suo libro mi ha colpito subito. Ci sentiamo qualche volta per telefono, una voce ferma ma molto dolce. Si entra subito in sintonia con questa scrittrice. Le chiedo di parlarmi del suo libro e nella sua voce si percepisce emozione.
Giovanna la incontro sabato 14 febbraio, al terzo piano di Casa Sanremo. Un sorriso grandissimo le illumina il viso, tra pochissimi minuti sarà intervistata per parlare del suo libro. Sono subito a mio agio quando le stringo la mano, che poi si tramuta in un abbraccio.
L’aspettiamo fuori…
Giovanna hai appena affrontato l’intervista ufficiale di casa Sanremo per il concorso letterario Sanremo Writers. Sei arrivata tra i primi diciannove. Come è stato?
E’ Stato bello, emozionante, sono stati molti carini e disponibili.
Chi è Giovanna Avignoni?Io sono una cinquantenne fiera ed orgogliosa di questo! La mia vita è stata bellissima anche nei momenti difficili ed ho sempre cercato di trovare la giusta strada. Nel 2013 ho deciso di dar vita ad un sogno che ho sempre avuto, quello di scrivere, questo è successo dopo la morte di mio padre. Il mio primo romanzo è stato scritto di getto, in pochissimo tempo, l’ho scritto con il cuore.
Giovanna sei un insegnante e dal tuo lavoro hai raccontato una storia che tutti potremmo conoscere ma la scrivi sotto un punto di vista diverso. Quale?
La voce narrante del libro è un bimbo che ha grossi problemi di linguaggio ma riesce a far sentire la sua piccola e fragilissima voce attraverso il fratello Guido, attraverso la voce dei personaggi delle favole e attraverso la creatività e la fantasia. Paradossalmente è una voce inesistente quella del protagonista, che racconta la sua storia.
Ho letto degli stralci del tuo romanzo ed emoziona, ho avuto la percezione che otre ad essere tu scrittrice e insegnante sia riuscita ad andare oltre, sia entrata nella storia.
Recentemente hanno scoperto che nel nostro cervello ci sono neuroni a specchio, che ci permettono di entrare in empatia con glia altri. Entrare in empatia con chi non ha voce in questo romanzo è fondamentale.Ho parlato attraverso la voce di questo bimbo speciale.
In questo libro ci sono metafore continue, ci si cala in situazioni che sono mascherate e che vanno viste attraverso gli occhi di chi sa guardare, di chi sa sentire.
Un’altra cosa che mi ha colpito di quello che hai appena detto è che il protagonista si fa sentire attraverwso le favole, quindi sottolinei anche tu l’importanza di queste.
Alessandra, parti del presupposto che io sono d’accordo nello stimolare i bambini fin da subito, quando ancora sono dei piccoli fagiolini. Bisogna raccontare loro fiabe, cantare filastrocche. Le fiabe sono importanti anche per i grandi ed esistono da sempre.
Giovanna, parliamo delle copertine del tuo libro. Davvero particolari e sono sicura che c’è un perchè dietro a queste scelte. A te piace l’arte? Si, mi piace l’arte ed anche io dipingo. Quello in copertina è un quadro di mio nonno, Lorenzo Avignoni, ha tramandato di generazione l’amore per la pittura. Sono nata in una casa dove pennelli, colori ad olio e tele erano il nostro pane.
Perchè questo quadro per questo libro? Perchè questo quadro è la grande metafora della vita. Le forbici sono il passato, per dargli un taglio netto ma senza dimenticarlo, Il melograno è il presente, è l’abbondanza, è un frutto pieno di chicchi, è la gioia, è il futuro con la candela accesa ma che porta in una direzione. In questo quadro troviamo passato, presente e futuro e troviamo questo anche all’interno del romanzo.
Ritorniamo alla tua grande passione, la scrittura. Scrivere diventa necessità, esigenza per se stessi o voglia di far sapere agli altri quello che altre persone non potrebbero sapere?E’ tutto quello che hai detto, chi ha letto il libro mi ha detto che ora riesce a guardare negli occhi i bimbi disabili e questa è una conquista.
Giovanna per te qual è la fase più difficile nello scrivere un libro? Trovare il tempo di farlo, sono moglie, mamma, insegnante e figlia, il tempo è sempre meno, ma si sa, noi donne riusciamo a fare più cose insieme. altra parte difficile è la correzione del libro, sono pignola fino alla nausea, deformazione professionale.. forse.
Si mette l’ultimo punto, quello che dice fine al tuo romanzo, ai tuoi personaggi, alle loro storie. Che sensazione provi? Sospiro all’inizio, come una sorta di liberazione, poi però sono anche triste, mi piace scrivere.
Cosa ti piace leggere? Leggo i gialli, mi piacciono molto, i classici non possono mancare e le fiabe. Hanno sempre fatto parte della mia vita.
Cosa non deve mai avere un libro? Un libro non dovrebbe mai avere la “spocchia” di sentirsi libro. Un libro dovrebbe sentirsi acqua, mare, gente, un libro deve arrivare. Ognuno di noi dovrebbe trovare all’interno il suo sè, quello che va a ricercare.
Fare presentazioni del tuo libro cosa vuol dire per te? Per me vuol dire gioia
Stai pensando al tuo prossimo libro? Lo sto scrivendo…
Sarà che ci uniscono tante cose, l’amore per i bambini, l’importanza di leggere sempre, sarà che questa autrice riesce a toccare corde importanti in ciascuno di noi, sarà che quando parla del suo libro e del suo lavoro di insegnante le brillano gli occhi, sarà che l’umiltà la contraddistingue, ma credetemi, vale la pena conoscere questa autrice.
Sto leggendo il suo libro, elegante, fine, semplice, rispecchia appieno l’autrice. Il libro arriva subito nel cuore di chiunque, una sensibilità diversa quella di Giovanna.
Giovanna noi ti ringraziamo per essere stata con noi, continueremo a parlare con te e di te, nei prossimi giorni leggerete la nostra recensione del tuo libro.
Potete seguirla sulla sua pagina fb, sul nostro blog o sulla nostra pagina fb.
A presto cari lettori
Alessandra