A me piacciono gli animali, tanto, tantissimo. Cani, gatti, pappagalli, tartarughe, caprette di Heidi, mufloni dell’alto Adige, marmotte in stato d’allerta, conigli pasquali, pesciolini Nemo – quelli d’argento no, però, quelli mi fanno ribrezzo! A me piacciono gli animali, ecco appunto, gli animali. E come tali penso che debbano essere trattati, con il rispetto per la loro specificità di animali, senza maltrattarli e senza piegarli ad un antropomorfismo spinto, che alla fine debilita la loro parte animalesca e li fa diventare dissociati peggio di una qualsiasi schizzata da manicomio. Il fatto è questo: se ti incontro per strada e ti vedo condurre un passeggino – senza che io possa guardare al suo interno – cosa credi che pensi? Mi dico: Tizia sta portando a spasso il nipotino! E quando mi faccio in avanti per salutarti e nello stesso tempo per coccolare il tuo nipotino, cosa vedo? Vedo che quella carrozzella è priva di bambino e contiene quel tenero botolotto del tuo cane – carrozzino poi attrezzato alla bisogna, da cane e non da bambino, ultimo grido in fatto di carrozze per cani!!!! Ma allora, siamo impazziti? E quando io, sarcastica, rivolta al botolo, gli dico: Stai comodo, eh? Tu cominci, con dovizia di particolari, a raccontarmi come e perché hai comprato la carrozza, mentre il botolo – che secondo me s’è fatto due conti e sa chi porta i pantaloni di pelliccia in famiglia – ecco il botolo abbaia al nostro indirizzo. E tu giuliva come l’oca che ho omesso di citare tra i miei animali preferiti – me ne accorgo solo adesso – cinguetti come un passerotto – anche quello omesso dall’elenco… ma perché, visto che i passerotti mi stanno simpaticissimi? – Lui fa così perché crede d’essere il capo branco, vuole rimettere un po’ d’ordine! e allora considero amaramente che oltre ad avere permesso al tuo botolo di diventare un bebè con troppi, tanti, peli! hai permesso sempre allo stesso di guardarti come se fossi una pecora alle sue dipendenze – anche questa omessa dall’elenco di cui sopra; ma adesso visto che è così che ci vede il tuo botolastro, non ce la metto più la pecora nell’elenco, ecco, per fargli dispetto! Faccio queste considerazioni indignata con me sola, perché altrimenti come potrei e con chi dovrei esternare la mia vaga perplessità a proposito? Avrei dovuto dirti che al solo vederti fare e dire quello che stavi facendo e dicendo, stamattina, il santo dei santi dell’etologia, il buon Konrad Lorenz, si stava fastidiosamente rigirando nella tomba? Questo avrei dovuto dirti, ma ho preferito non aprire un contenzioso. Perché poi, alla fine, di che cosa avremmo parlato? Di un cane? Di un bambino? Di un bambino peloso? Di un cane bambino? Mondo cane!
Magazine Diario personale
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