Michele Santoro ha scelto di congedarsi dal pubblico di Raidue con uno speciale reportage, un ultima puntata dedicata alla crisi economica del settore ittico italiano, un ‘ultima apparizione con un titolo emblematico: L’assassinio del mare. La professionalità del giornalista non ha deluso. Il suo discorso, nell’anteprima è stato incentrato sui temi della televisione e del merito. Ha ribadito le sue tesi secondo cui i canali televisivi sono controllati dalle lobbies e i posti di lavoro, nel nostro Paese, vengono assegnati per logiche clientelari.
Un discorso calmo ma durissimo. “Io credo che il potere dei Bisignani sia inversamente proporzionale alla loro intelligenza…Quelli come Bisignani gestiscono, in Italia, un potere che è fatto della capacità di accontentare i desideri di quelli che sono più potenti di loro. Per avere più potere loro e per poi poterne distribuire una “quotaparte” a quelli che li attorniano. Ed è per questo che in Italia il merito non è così importante. Perché o entri nel gioco di certe logiche, un po’ come le ragazze entravano nel gioco del bunga bunga, oppure non diventi nessuno“. “I giovani hanno sempre visto un paese dominato dalle lobby, dalle clientele, dalle mafie, dalle camorre, dalle massonerie e da una tv che non si apre ai loro sogni e desideri. Sanno che se vogliono fare politica devono entarre nella logica del gioco, non hanno piacere ad entrare in politica con questa visione che non corrisponde ai loro sogni…La tv non parla ai giovani, è fatta da certi personaggi che li puoi mettere dove vuoi e che sono riusciti ad abbassare il livello della Tv facendo più danni della droga, perché certi programmi non incentivano le idee e i giovani rifiutano questo mondo, è per questo che si sono messi in moto. Le droghe assunte in modica quantità fanno meno danni di certi bombardamenti seriali. Perché quelli sì, creano tossicodipendenza e la creano nelle fasce più esposte, le più deboli, le meno protette ed anche quelle meno culturalmente attrezzate. Un certo mondo è finito, una certa Tv è finita e se qualcuno non vuol capirlo, “peste lo colga”!”

I metodi di pesca sono tutti al limite della legalità, le barche sono grandi, scandagliano il fondo, raspano senza pietà e il pesce non ha il tempo di riprodursi, il numero dei pescatori è troppo, arraffa, arraffa non c’è rimasto nulla, il mare è stato maltrattato e riempito come una pattumiera di plastica e petrolio. I prezzi del pesce vanno alle stelle, i consumi crollano. Sono questi fattori ad essere gli assassini del mare?
