Sto per darvi una notizia inedita: tra una manciata di ore è San Valentino, la festa obbligata dell’amore. È terribile, lo so, per molti di noi uno dei momenti peggiori dell’anno, e non perché non si è fidanzati/sposati/impegnati, ma proprio per il motivo contrario.
Lasciamo volentieri i festeggiamenti romantici ai ragazzi che dell’amore scoprono le prime delizie e amarezze, ma ignorare del tutto la questione non si può, pena la decollazione immediata: bisogna perciò trovare il giusto mezzo.
Molti di noi pensano quindi incautamente di ricorrere al regalo ottimale, che eviti la crisi o non peggiori una situazione già pericolante. Spinti a scrivere Ti amo alla persona che si vorrebbe strangolare perché fa cadere il tappo del dentifricio ogni sacrosanta mattina nel tubo di scarico del lavabo o vi porta a pranzo dai suoceri due volte a settimana, ricorriamo al libro perché questo parla da sé, contiene già il messaggio che sembriamo incapaci, per una forma di pudore o di sincerità estrema, di scrivere sul bigliettino a forma di cuore.
E ora, fermi. Non smettete assolutamente di leggere questo articolo per fiondarvi nella prima libreria a tiro, ne va della vostra salvezza. Ci sono libri, lasciatemelo dire, più devastanti di una bomba a mano, più pericolosi di un mamba inviperito, libri che farebbero precipitare la valutazione del vostro q.i. a temperature polari, che potrebbero far cancellare il vostro nome da qualunque rubrica: letali, esiziali, definitivi.
Per questo ci sono qua io, pronta a suggerirvi i libri che assolutamente non dovete regalare al vostro compagno di vita, di fresca o stantia acquisizione.
Per evitare accuse di sessismo e poiché nei guai siamo più o meno tutti, le categorie saranno da intendersi rigorosamente unisex.
- Se la vostra metà appartiene alla categoria “Depressione, portami via”, mai regalare Romeo e Giulietta di Shakespeare, anche perché rischiate infausti paragoni con gli amanti fanciulli; provate invece ad assecondare con cautela le propensioni autoeliminatorie del partner con Non buttiamoci giù di Nick Hornby o Piccoli suicidi tra amici di Arto Paasilinna. Magari ci riderà su… per qualche ora, almeno.
- Sconsigliatissimo procedere all’acquisto di ZeroZeroZero di Saviano o Gli apprendisti stregoni-Storia degli scienziati atomici se il vostro amore rientra fra gli aficionados del settore “Chemelodiciaffà”, detto anche “sapevo-già-tutto-e-meglio”: suggerisco caldamente I delitti della rue Morgue, di E. A. Poe, un classico dei gialli; in tal modo potrà dirvi da subito che l’inarrivabile Edgar ha utilizzato l’espediente della camera chiusa solo perché è nato prima di lui. Basta poco per far contento chi sa già tutto.
- Se invece condividete letto e vita con un seguace del “Purché si muova” più noto come “Palestra, scuola e doposcuola di vita” non pensate neanche lontanamente di regalare L’elogio dell’ozio di Bertrand Russell o La noia di Moravia; propendete per Un indovino mi disse di Tiziano Terzani per assecondare la sua inesauribile voglia di spostamenti… oppure scegliete Il ritratto di Dorian Gray, perché sono certa che se avesse un ritratto che invecchi al posto suo smetterebbe di andare in palestra quattro volte a settimana.
- Il dono meno azzeccato per un adepto de “Lo Zen e l’arte di fare Zen facendo Zen”, il mistico per eccellenza, sarà senz’altro un manuale, che sia di alta falegnameria o di cake design: tuttavia un’eccezione è prevista. Tantra amore e meditazione è un manualetto che allieterà le serate di entrambi, garantendovi durature sessioni orizzontali in cui anche voi entrerete in contatto con energie del partner del tutto insospettate.
- E, last but not least, non vi sognate mai, mai, mai di comprare per il Roditore da biblioteca che si aggira tra le vostre mura –razza quanto mai perniciosa e vendicativa- il libro sbagliato: per l’offesa subita rischiate la separazione in tronco con l’accusa di non aver compreso nulla della sua personalità. Quale sia il libro giusto non mi arrischio a dirvelo, ognuno ha i suoi gusti e io ci tengo alla vita. Ma vi racconto un episodio: ad una persona che conosco bene al primo San Valentino un temerario regalò sconsideratamente La profezia di Celestino. Solo in nome del sentimento appena nato l’innamorata non volle gettar in alto mare il libro dopo averlo strettamente legato a colui che glielo aveva donato. Ma so per certo –certissimo!- che non ha mai dimenticato quel gesto, e nemmeno lui.
Da allora infatti preferisce portarmi al ristorante.