"Sapore di sale, sapore di mare, il gusto un po' amaro di cose perdute..." diceva una bellissima canzone di Gino Paoli di qualche tempo fa ma pur sempre attuale. Eh già, il sale, il mare, il gusto, i sapori perduti e ritrovati. Ero nel posto giusto. Il 6-7-8 settembre scorsi, Cervia è diventata una vetrina a cielo aperto per tutti gli amanti del suo bene più prezioso, del suo oro bianco: il sale. E questa manifestazione non poteva che essere fatta nel mese più importante per la città. Settembre infatti rappresenta l'inizio della raccolta del sale dolce di Cervia. Un momento che va quindi festeggiato. Le piazze, il porto canale, i magazzini, le terme, la rimessa, tutto era un concentrato salino. Tantissime degustazioni di alta qualità ma soprattutto alto rispetto per il territorio. Non si è voluto eccedere, non si è voluto strafare ma dare il giusto peso, il giusto valore ai sapori, agli ingredienti, agli stand, alle fotografie, alla storia, alle degustazioni, ai percorsi guidati, alle tradizioni che rappresentano un popolo.
Siete mai stati a Cervia? Beh, da buona bolognese, Cervia e tutto il suo circondario noto e meno noto, vip e meno vip, hanno rappresentato momenti felici di un'adolescenza tra lidi, spiagge, locali, piade e pesce appena pescato. Ma questa piccola cittadina del Ravennate me la porto ancora dentro. Il suo porto canale, i suoi abitanti, le sue piazze, i suoi mercatini, il suo sale.
Il suo sale. Conosciuto, apprezzato, ricercato, invidiato. Dal VIII secolo, periodo in cui ebbe inizio la lavorazione del sale, questa piccola città fra Ravenna, Rimini e Cesena divenne protagonista di numerose vicende storiche. Nell'antichità, quando il sale era quasi l'unico metodo di conservazione degli alimenti, la sua importanza e il suo valore erano enormi, la città prosperava quando il raccolto era abbondante e stentava quando le annate erano cattive. Nel corso dei secoli la città di Cervia fu oggetto della bramosia di coloro che si disputarono il possesso ed il controllo delle sue saline. Successivamente appare in una lettera papale del 997 l'espressione "ad locum qui dicitur Cervia" (in quel luogo che viene chiamato Cervia...).Da quel momento comincia la storia di Cervia.
Per tutte le curiosità di lavorazione vi rimando al sito ufficiale.
Il sale dolce di Cervia è considerato un prodotto di alta qualità, con caratteristiche organolettiche che lo contraddistingue da tutti gli altri tipi. Queste sue caratteristiche hanno fatto si che il sale di Cervia nel 2004 fosse riconosciuto presidio Slow Food. Per un prodotto così prezioso ci vuole un luogo adeguato, infatti i Magazzini del sale sono diventati un luogo suggestivo, restaurato all'interno e che hanno dato alla città grande eleganza e splendore.
La Rimessa del Sale di Cervia, in dialetto “Armesa de Sel”, è da sempre il momento clou della manifestazione. È un’antica tradizione che si rinnova di anno in anno e che trae origine dai festeggiamenti dei salinari al termine della dura stagione di lavoro, nel mese di settembre. Un momento di gioia che vedeva i lavoratori del sale con le loro famiglie protagonisti assoluti: lunghe file di burchielle, (le imbarcazioni a fondo piatto utilizzate per il trasporto del sale), si muovevano dalle saline ai magazzini e qui sostavano per il controllo e la consegna della preziosissima merce, detta infatti “oro bianco”.
La festa attirava a frotte gli abitanti dei paesi vicini, ma anche importanti personaggi del mondo della nobiltà che assistevano alla cerimonia della Rimessa, come sappiamo dell’Arciduca Ferdinando d’Asburgo e dell’Arciduchessa Maria Beatrice, che presero parte alla festa nel 1792.
Anche quest’anno, durante Sapore di Sale si è tenuta dunque la rievocazione storica dell’Armesa de Sel. Il sabato pomeriggio, una burchiella arrivata lungo il canale, dalle saline fino ai magazzini - sapientemente guidata e trainata con le funi dai salinari - con un carico di 100 quintali di sale, prodotto con il sistema della raccolta multipla dal Gruppo Culturale Civiltà Salinara nella Salina Camillone. Il sale è stato distribuito al pubblico presente con offerta libera e a scopo benefico. Il pubblico è stato numeroso e curioso, allineato in una lunga ordinata coda di centinaia di metri, che attende la distribuzione rituale del sale.
E poi gli stand gastronomici che una golosa e curiosa come me non si poteva perdere.
Dall'ormai leggendario cioccolato al sale di Cervia dei fratelli Gardini (che io personalmente trovo buonissimo) tante altre piacevoli sorprese, la birra artigianale al sale di Cervia per esempio, il mandorlato al cioccolato e pere, gli scroccadenti di Romagna, il Raviggiolo al sale, i salumi conservati nel sale di Cervia e tanti prodotti di bellezza legati alle saline.
E ancora gli stand dove poter mangiare specialità romagnole a cominciare dalla pasta fresca tirata al mattarello, alla piadina romagnola. Ma anche cartocci di fiori edibili e pesce fritto (buonissimi) e panini a base di prodotti del mare, sapientemente studiati e preparati (il mare in un panino, una realtà che mi è piaciuta molto).
Se vi ho incuriosito...non vi resta che aspettare il prossimo settembre e partecipare.
Al prossimo anno allora.
Qui il tempo è dei giorni che passano pigri e lasciano in bocca il gusto del sale....