Il re Ottone non arrivò in Grecia da solo. Come ci informa Anna Dereka, arrivò accompagnato da un esercito visibile composto da 4.000 soldati bavaresi e uno stuolo invisibile di cui non conosciamo il numero preciso che diventò l’esercito dei funzionari statali di provenienza bavarese. Sappiamo che il suo confessore era suo connazionale così come il suo cuoco. Oggi sappiamo che anche il pasticcere della corte non aveva un nome greco ma si chiamava Federico Unger, e aveva il titolo di “Pasticcere di Corte di Sua Altezza Reale, Re di Grecia”. Federico Unger arrivò a Nafplio (prima capitale del neostato) presumibilmente agli inizi del Febbraio del 1833 dato che il 6 di Febbraio dello stesso anno sbarcò il giovane re e subito con fare teutonico si mise a indagare sulla pasticceria locale.“Subito dopo il mio arrivo a Nafplio ho cominciato a visitare le pasticcerie del luogo, e mi è stata consigliata la pasticceria di Leris come la migliore non solo di Nafplio, ma della Grecia intera. E difatti, durante i viaggi che feci successivamente nel Peloponneso, nella Grecia centrale, nelle isole dello Ionio e nelle Cicladi, mi sono persuaso che la fama corrispondeva a vero e che tra i ciechi regna chi ha un occhio solo”racconta in un raro libro che è stato battuto al Dorotheum di Vienna, con il titolo “la pasticceria dell’Oriente” e scritto in tedesco gotico.Il libro è illustrato da mano esperta e raffigura interni di pasticcerie ateniesi, di Istanbul, di Smirne e anche venditori ambulanti di bibite e dolciumi e di seguito qualche stralcio della descrizione della pasticceria Dimitrios Leris di Nafplio.
venditore ambulante di halvas
venditore ambulante di salepi
“….. Nella parte anteriore della parete divisoria di legno ci sono degli scaffali e davanti una bilancia con attaccato un tavolo con una teca di vetro. Qui si espone quello che si produce nella parte posteriore, mentre innumerevoli mosche ronzano intorno. Gli scaffali ospitano vasi di vetro pieni di cotognate e dolci sciroppati di rose, amarene, scorze di cedro e arancia, albicocche e pesche, pere e noci, ma anche qualche biscotto europeo con le mandorle.Sul tavolo, oltre a quanto testè descritto, ci sono dei piatti con il baklavas e una sorta di pasta con delle briciole di qualche impasto. Con ciò, possiamo affermare di aver esaurito più o meno il catalogo della pasticceria greca.Qualcosa viene prodotto anche su ordinazione, ma non differenzia molto da quanto esposto nella pasticceria di Leris.Oltre i dolci, questi negozi offrono anche del caffè, cioccolato, punch, limonata, latte di mandorle e gelato e sono molto frequentati. Il gelato è abbastanza buono e costa poco. Nella calura estiva dà un grande sollievo…….”Sono sicura che il “saraglì” o “saraylì” Unger l’abbia visto e magari anche mangiato. Lungo e pieghettato nella sua forma tradizionale, io ho preferito la versione piccola da cui anche il diminutivo "saraglakia"!
Ingredienti:- 4 fogli di pasta fillo imburrati con burro fuso- 1 ½ tazze da thè di noci e mandorle sgusciate e pestate nel mortaio- 4 cucchiai di pangrattato- cannella e chiodi di garofano in polvere- 3 cucchiai colmi di zucchero semolato- 1 tazzina da caffè di burro fuso- pistacchi tritatiPer lo sciroppo:- 1 tazza da thè di zucchero semolato- ½ tazza da thè di acqua- qualche goccia di limoneProcedimento:Scongelare la pasta e separare 4 fogli. Prendere due e sovrapporre l’uno sull’altro. Fare lo stesso con gli altri due. Mescolare la frutta secca, il pangrattato, le spezie e lo zucchero semolato e distribuire il ripieno sui fogli sistemandolo per la lunghezza e vicino a una delle estremità formando una sorta di salsicciotto, lasciando 1 cm. di spazio ai lati. Piegare i lati sul ripieno e arrotolare stretto. Spennellare del burro sul punto di chiusura per sigillare la pasta, tagliare con un coltello affilato a pezzi di circa 5 cm. e sistemarli su una teglia imburrata. Spennellare con del burro fuso e infornare per 15 minuti a 180 gradi.Preparare lo sciroppo mettendo a bollire tutti gli ingredienti per 6 – 7 minuti. Togliere la teglia dal forno e versare lo sciroppo caldo. Lasciare che assorba. Spargere sopra dei pistacchi tritati.
credits: argoliki vivliothiki