La vita di Sarah invece si è interrotta a pochi passi da casa, nel garage dello zio, e il malefico Web o il seducente Facebook non centrano nulla.
Certo Internet può nascondere dei pericoli e adolescenti e bambini dovrebbero sempre essere indirizzati da un adulto nell’utilizzo di questi strumenti, ma pur sempre di strumenti si tratta, strumenti nelle mani di persone, persone che, stando a un puro dato statistico, colpiscono più spesso dall’interno della famiglia o delle istituzioni che non attraverso il Web.
Lasciamo da parte le ossessioni collettive e concentriamoci sulla cronaca e sull’ultimo saluto a una ragazzina che probabilmente giocava con Facebook ma che ha trovato il mostro nella vita reale.