Chissa’ se negli ultimi tre minuti in cui Sarah era ancora in vita, ha potuto guardare negli occhi il suo assassino. Chissa’ se ha visto sua cugina trasformarsi da punto di riferimento della sua adolescenza nel mostro che gliela stava portando via. Chissa’ se alle sue spalle c’era davvero l’uomo che Sarah amava quanto suo padre, a trattenerla nella morsa della morte.
A queste domande non sanno ancora rispondere del tutto gli inquirenti. Ma ad alcune conclusioni, che hanno sempre piu’ l’aspetto della verita’, si stanno avvicinando. E ieri, dalla relazione preliminare alla perizia autoptica consegnata alla procura dal medico legale Luigi Strada, sono emerse alcune novita’.
Sarah e’ morta in due-tre minuti per asfissia da strangolamento. L’assassino ha usato una cintura larga 2,6 centimetri circa (con oscillazioni che vanno da 2,4 a 2,8 centimetri) che ha lasciato un solco sul collo della quindicenne. Ma non solo: dalla simulazione fatta fare a Michele Misseri delle modalità con le quali Sarah sarebbe stata strangolata, emergono anche molti dubbi che il contadino sia davvero l’assassino.
La relazione, in tutto una dozzina di pagine comprese alcune foto della vittima, è stata depositata nel corso della seconda udienza del tribunale del Riesame di Taranto che dovrà decidere sul ricorso presentato dalla difesa di Sabrina Misseri, che chiede la scarcerazione della 22enne cugina di Sarah Scazzi. Al momento Sabrina è accusata di sequestro di persona e concorso in omicidio. A lanciarle le accuse peggiori è stato proprio suo padre Michele, anche lui in carcere, che ha chiamato in correità Sabrina sino ad addossarle la totale responsabilità materiale del delitto.
Michele, nell’ultimo interrogatorio del 5 novembre scorso, aveva indicato in una cintura l’arma del delitto, e non in una corda come indicato sin dal primo momento.
Il contadino aveva però fatto riferimento esplicito ad una cintura custodita nel bagagliaio della sua Seat Marbella, sotto la ruota di scorta. Ma questa cintura è larga 3,3 centimetri e sarebbe incompatibile con le tracce rilevate sul collo di Sarah. Forse per questo motivo, oltre a questa cintura, i carabinieri ne hanno sequestrate altre 49, da uomo e da donna, trovate in casa Misseri. Saranno i carabinieri del Ris, dal 16 novembre prossimo, a dire con quale cintura è stata strangolata la quindicenne.
Intanto ora non ci sono più certezze neppure sul fatto che Michele Misseri sia stato l’autore materiale dell’omicidio di Sarah. Infatti, nella simulazione delle modalità del delitto a Misseri è stato fornito un foulard arrotolato a mò di fune. “Si nota una certa incertezza – scrive il medico legale Luigi Strada – nelle azioni e approcci al collo della vittima del tutto diversi da quello che ripropone il reperto anatomo-patologico. Solo alla fine, dopo aver avuto suggerimenti dal sottoscritto (Strada, ndr), il Misseri riesce a posizionare il foulard in modo corretto pur effettuando uno scambio di mani sulle due estremità che mettono in dubbio la presa e la rapidità di azione di un evento omicidiario”.
Nella relazione preliminare del medico legale (la perizia definitiva dovrebbe essere consegnata nelle prossime ore) non c’è traccia di un delitto compiuto a quattro mani, e si spiega che le due cicatrici rilevate sul braccio destro di Misseri sono compatibili con la sua versione di essersele procurate lavorando in campagna. Inoltre, si conferma che non è stato possibile accertare se l’uomo, come ha confessato, abbia abusato del cadavere della ragazzina perchè il corpo di Sarah è rimasto per 42 giorni in un pozzo pieno d’acqua.
L’udienza del tribunale del Riesame si è conclusa ieri a tarda sera, dopo oltre sei ore di discussione nelle quali accusa e difesa hanno depositato una serie di documenti. La Procura ha presentato un promemoria di una quindicina di pagine con gli elementi salienti emersi dalle indagini, l’ordinanza con la quale il gip Martino Rosati ha rigettato la richiesta di perizia psichiatrica su Michele Misseri e la relazione preliminare del medico legale. Il collegio difensivo aveva già consegnato nella precedente udienza di martedì scorso i risultati di indagini difensive contenenti cinque testimonianze che minerebbero – secondo i difensori – la credibilità di Michele Misseri e di Mariangela Spagnoletti (amica di Sabrina e testimone chiave).
Inoltre, la difesa ha aggiunto una memoria di 31 pagine, una relazione della psicologa e psicoterapeuta Cinzia Gimelli, consulente di parte, sulla psiche di Michele Misseri e le controdeduzioni di un medico legale di Torino, Enrico Risso, sulla relazione preliminare alla perizia consegnata da Strada.
La decisione del tribunale sarà depositata entro domani.