Sardegna: La Caletta di Siniscola - Cala Ginepro di Orosei (23 km)

Creato il 24 dicembre 2013 da Mironseak

Il quarto giorno di viaggio è di solito il più bello, perché scompaiono i vari doloretti alle articolazioni, compaiono i calli nuovi sulle mani e riappaiono i vecchi ricordi appanati dal tempo: dal quarto giorno le mani bagnate d'acqua di mare smettono di appiccicare e scivolano facilmente nelle maglie, dal quarto giorno si riesce a montare la tenda anche al buio ed è sempre dal quarto giorno che non si soffre più la costrizione tombale del sacco a pelo...Il quarto giorno di questo viaggio coincide con il saluto definitivo all'Isola di Tavolara, presenza sin'ora costante e rassicurante.Ci godiamo l'alba imboscati nella macchia, partiamo con la solita calma e navighiamo tutta mattina lungo una fitta sequenza di pinete verdissime.La sosta per il pranzo è poco oltre le dune selvagge che precedono Capo Comino: si alza una brezza che increspa il mare e ci fa riprendere quasi subito a pagaiare.Il faro bianco sembra essere stato da poco restaurato, e da pochissimo ricoperto di murales sgargianti: ce n'è uno sul versante sud che mi fa sorridere a lungo perché ritrae un Nettuno sadico col tridente tra i denti che fa rosolare sulla graticola una sirena dalle lunghe chiome bionde.Il faro ci segue con lo sguardo per un'ora abbondante, mentre cerchiamo di schivare gli scogli affioranti che sembrano disseminati in mare proprio per farci procedere a zig zag. Abbiamo la luce del sole negli occhi, il vento in quota ha spazzato via le nubi, a fatica seguiamo il profilo della costa: è una lunga catena di calette dalla sabbia bianchissima e finissima, incastonate tra fasci di scogli rossastri levigati dall'acqua e chiuse da una  vegetazione rigogliosa che si arrampica sulle pendici retrostanti.È completamente disabitato, anche in mare non incontriamo nessuno e solo nei pressi di uno stagno intravediamo dei fenicotteri rosa...Sbarchiamo mezz'ora prima del solito, sperando di avere il tempo per prepararci a dovere. Ed invece perdiamo più di un'ora per tirare i kayak in secca oltre la barriera di posidonia... affondiamo nelle alghe fino al ginocchio, sbuffando come muli da soma, e quando finalmente i kayak toccano la sabbia il sole è già calato da un pezzo...Mescolando i riti senza rispettarne nessuno, prepariamo il riso alla cantonese quando si accendono in cielo le prime tre stelle e decoriamo il nostro presonalissimo albero di Natale con le palline trovate in spiaggia, tutte della stessa misura ma ognuna di colore diverso, giallo, verde e rosso.Sono appena le otto di sera ma siamo già chiusi in tenda... con un certo anticipo auguriamo a tutti, chi crede e lo festeggia e chi non crede e lo sopporta, un felice e caldo Buon Natale... un po' come il nostro!

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