Martedì 23 ottobre 2012 alla Società Italo-Tedesca di Karlsruhe si è svolta una conferenza avente come tema “L’Italia negli anni 90 – La fine della prima repubblica”. A parlare Diego Marani, originario di Verona e docente di lingua italiana e giornalismo italiano moderno nelle università di Stoccarda e Tübingen. Marani collabora con diversi giornali come giornalista ed è autore del libro “Deutschland in Fahrrad” (La Germania in bicicletta).
Gli anni ‘90 sono forse gli anni più importanti della storia italiana degli ultimi decenni. Nel 1992 l’Italia era di fronte a una rivoluzione che, stranamente, non era breve e superficiale, come di solito il paese era abituato. Non aveva carattere popolare o culturale ma si trattava di una rivoluzione dei giudici.
L’Italia, che veniva dagli anni del terrorismo fra il 1968 e il 1980 e dall’individualismo degli anni ’80, si trovava ora a che fare con la Massoneria della Loggia P2 della quale facevano parte banchieri, ufficiali, giornalisti e imprenditori. Il motto era “Potere grazie ai soldi”, proprio i soldi erano l’arma che faceva la differenza. La corruzione era il centro di una rete fatta dall’intreccio di politica ed economia. Ecco quindi la reazione degli italiani: negli anni ’80 la filosofia era “Così fanno tutti”, negli anni ’90 invece qualcosa cambia. Nel 1992-93 i giudici portano questo sistema nei tribunali e i giornalisti lo criticano ogni giorno sui mezzi di comunicazione principali.
L’inchiesta Mani pulite nel 92-93 rese noto quanto i politici e l’economia fossero corrotti e quanto questo fosse in qualsiasi parte del sistema italiano. Tangentopoli, così venne definito questo sistema.
Il Partito socialista italiano e la Democrazia cristiana erano entrambi partiti corrotti. Antonio Di Pietro diventò una star. I politici e gli imprenditori più importanti si ritrovarono nelle aule dei tribunali. Mario Chiesa venne fermato dalla polizia con delle tangenti in mano mentre cercava di liberarsene in un bagno e fu arrestato. Bettino Craxi un anno dopo si ritirò in base alle dichiarazioni di Chiesa. “Tutti fanno così”, dichiarò Craxi. A dicembre gli arrivò un avviso di garanzia e diversi italiani si ritrovarono davanti all’Hotel Raphael per lanciargli contro delle monete. Colui che fu a lungo presidente del consiglio e il simbolo di un’era aveva incassato circa 3,5 milioni di euro di tangenti e morì nel 2000 in Tunisia.
I democratici cristiani sparirono dopo questi scandali dalla scena politica italiana. Gabriele Cagliari dell’Eni e Raul Gardini di Montedison si suicidarono per non andare in galera. Nel 1993 Martelli, La Mava, Altissimo e Scotti furono indagati dalla magistratura. In quegli anni l’Italia e la Lira si trovavano in una crisi economica profonda. Era un momento critico per la finanza, molte persone portarono i loro patrimoni all’estero. L’Italia si trovò nel ’93 nelle mani del governo tecnico di Carlo Azelio Ciampi. La prima repubblica era finita.
La crisi e Tangentopoli portarono alla fine dei partiti tradizionali. Gli italiani non si fidavano più dei politici e dell’economia e la mafia e la criminalità erano sempre più potenti.
La mafia: questo fu un altro importante capitolo di quegli anni. Il giudice Giancarlo Caselli si schierò contro Giulio Andreotti accusandolo di aver collaborato con la mafia. Nel 1992 a maggio avvenne la strage di Capaci, dove un esplosivo di 500 kg fece saltare in aria un pezzo di autostrada, uccidendo il giudice Giovanni Falcone. A luglio fu il turno del successore di Falcone, Paolo Borsellino, ucciso davanti alla casa di sua madre.
7000 militari furono mandati in Sicilia. Giancarlo Caselli prese il posto dei due giudici a Palermo in modo volontario e dichiarò che la DC e la mafia collaborarono.
Nel 1994 gli italiani avevano bisogno di qualcosa di nuovo. La novità si chiamava Silvio Berlusconi che in poche settimane fondò il partito “Forza Italia”. Il suo primo governo durò sei mesi. Il secondo dal 2001 al 2006 e il terzo dal 2008 al 2011. Comunicazione e politica: questo era l’abbinamento alla base del suo successo. Berlusconi era il prodotto più comprato dagli italiani, la cui lingua sportiva si mischiava con il linguaggio politico usato dal premier. Insieme alla Lega Nord e ad Alleanza Nazionale, Berlusconi diede inizio alla seconda repubblica che altro non era caratterizzata che dalla sua telecrazia.
Questa la storia degli anni ’90 presentata da Diego Marani. Alla fine della conferenza Marani ha lasciato spazio alle domande. Chi meglio di me per rompere il ghiaccio?!
Ecco la mia domanda: “Nel 1993 l’Italia era nelle mani di un governo tecnico, quello di Ciampi, e la novità alle elezioni successive si chiamò Berlusconi. Oggi l’Italia è ancora nelle mani di un governo tecnico ma la novità sembra chiamarsi Beppe Grillo. Siamo di fronte a una terza repubblica? Se allora Berlusconi possedeva la televisione, oggi il mezzo con cui si fa la differenza sembra essere internet.”
Marani mi ha risposto ma allo stesso tempo non mi ha risposto, ha detto che potrebbe essere ma è difficile dire quanto effettivamente il movimento di Grillo abbia preso piede in Italia. Voi che ne pensate?