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SARTI E MODELLE SULLE PASSERELLE DEL TPL - Come cucire vestini su misura per futuri defilé

Creato il 03 agosto 2011 da Ciro_pastore
Aspettando l’Armageddon Finale, il momento in cui le aziende del TPL della Campania finiranno nella fornace ardente del fallimento, fervono i preparativi d’improvvisati ma alacri sarti. Sì, le aziende vanno a rotoli, i fallimenti si prospettano come eventi possibili, non più soltanto improbabili teorie di sconsiderati catastrofisti. Ma, nelle pieghe di una tale pericolosa realtà, ci sono abili manovratori che si preparano ad approfittare della catastrofe imminente. Ricordate la telefonata intercettata degli imprenditori - se così possiamo chiamare quegli sciacalli – che all’indomani del terremoto abruzzese gongolavano per i profitti che si prospettavano? Molti erano già morti, tantissimi si avviavano ad un futuro fatto di disagi e loro, cinici ed impietosi, calcolavano avidamente i ritorni economici di un tale cataclisma.
Allo stesso modo, la voragine che si appresta ad ingoiarci determina gli appetiti famelici di quei pochi che, forti di arroganti posizioni, possono in qualche modo lucrare sul cambiamento forzato che si prospetta nell’immediato futuro. Si sa che ogni trasformazione lascia sul campo vittime sacrificali, ma determina pure improvvise fortune per quei pochi che scaltramente sapranno godere delle disgrazie altrui. Molti, purtroppo, vedranno ridotte le loro legittime aspettative, mortificati i loro progetti, ridimensionata la loro condizione economica. Altri, invece, con l’aiuto di qualche mirabile sarto personale si proietteranno in mirabili e sfavillanti sfilate. Sarti che lavoreranno principalmente per se stessi, come è ovvio. Magari, sottraendo ad ignari colleghi funzioni che servono a rimpolpare la propria posizione, tanto da garantire loro l’elevazione ad un rango più elevato. La partecipazione a ristrette cerchie di esperti (?) li mette al riparo da brutte sorprese. Anzi, garantisce loro di saldare vecchi conti in sospeso con chi deve essere oggi spogliato di ogni “avere”. Così assisteremo all’accorpamento forzato di intere funzioni aziendali in megastrutture centralizzate e allo svilimento di altre, con il solo scopo di colpire chi non gode più di una tutela altolocata. Non esistono, infatti, solo motivi organizzativi o di efficienza alla base delle scelte prossime venture. In qualche caso, ci si limiterà a mettere in atto feroci “rappresaglie”, utili strumenti per lotte intestine. In sostanza, un puro regolamento di conti personali che poco o nulla avranno a che fare con il buon andamento delle aziende.
Nelle pieghe di questi meschini giochi di potere si potrebbero palesare, poi, anche piccoli personalissimi interessi. Qualche amica potrebbe essersi guadagnata, nelle segrete stanze, benemerenze tali da farla assurgere a qualche piccola, ma per nulla trascurabile carica, con annessa indennità. Senza trascurare che molte mamme hanno un figlio, e si sa i “figli so piezz e’ core”. Magari nel convulso bailamme di accorpamenti, fusioni e dismissioni qualche figlio, recentemente guadagnatosi il titolo accademico di ingegnere, troverà la sua allocazione grazie alle prodigiose capacità di relazioni pubbliche di madri disponibili a qualsiasi sacrificio pur di dare loro una sistemazione. Ma chi vivrà, vedrà…
Ciro Pastore – Il Signore degli Agnelli
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