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Sassari-Reggio Emilia, la Finale Scudetto che non ti aspetti

Creato il 12 giugno 2015 da Basketcaffe @basketcaffe
Andrea Cinciarini & Jerome Dyson - © 2015 Simone Lucarelli Photos

Andrea Cinciarini & Jerome Dyson – © 2015 Simone Lucarelli Photos

Quello che non ti aspetti accade. La pallacanestro sceglie il suo vestito più sgargiante e inaspettato e si mostra in tutta la sua bellezza regalandoci due semifinali di un livello altissimo, contorniate da una intensità palpabile. Ma per capire cosa voglia dire a livello di emozioni e sacrifici, le parole non arrivano a raccontare cosa sia raggiungere la finale del Campionato. Bisogna guardare la gioia dei tifosi, la voce rotta degli allenatori, e le lacrime dei capitani: siano esse di gioia incontenibile, che di delusione e rabbia. La Serie A 2014-15 ci regala una finale storica e inedita, con Reggio Emilia e Sassari a contendersi lo Scudetto!

Milano – Sassari 3-4

Che dire. Una serie meravigliosa, mai scontata, con sorprese e colpi di scena sempre dietro l’angolo, partite che vorremo non finissero mai. Intensità alle stelle, agonismo a livelli altissimi, ritmi elevatissimi, lotte su ogni pallone vacante, su ogni rimbalzo: in palio la finale scudetto tra le due squadre che si sono spartite gli ultimi quattro trofei in Italia. E alla fine la finalista è quella che meno ti aspetti, quella che non avresti pronosticato: la Dinamo Sassari. Per la prima volta i sardi raggiungono l’ultimo atto del massimo campionato italiano, lo fanno battendo Milano al Forum, per la seconda volta nella serie, conquistando la finale dopo aver vinto la Coppa Italia e la Supercoppa. Sette partite magnifiche, giocate ad un livello altissimo, dove alla fine i dettagli girano dalla parte dei sardi e condanno alla disfatta l’Olimpia. Nel momento più delicato, dopo aver sciupato due match point sul 3-1, i ragazzi di Sacchetti tirano fuori gli attributi e vincono una gara-7 assurda mandata all’overtime da una zingarata di Sanders e suggellata dai liberi di Brian Sacchetti con tuffo di Dyson.

Manca all’appello nel momento del bisogno Alessandro Gentile che, da capitano vero, guida i suoi per sei partite giocando un basket stratosferico e riuscendo a portare la contesa all’ultimo atto, nel quale però si smarrisce, e chiude in lacrime quasi scusandosi con il pubblico. Una serie che potremmo riassumere nel duello spaziale tra Lawal e Samuels, le giocate decisive di Logan, l’apporto dalla panchina sarda degli italiani Devecchi, Sacchetti e Formenti, contro lo scarso contributo di quella milanese, con Moss a corrente alternata e l’unico a metterci la “garra” che è Cerella. Hackett assente per Banchi (fuori in gara 5 e gara 6 per squalifica), il quale alla fine paga una squadra con una mentalità non “dura” da gruppo costruito per vincere. E se Gentile e Samuels riescono a tenere in piedi la baracca, alla fine paga la maggior voglia e aggressività dei sardi, arrivati in punta di piedi a questi playoff ma con un obiettivo ben chiaro: vincere il primo Scudetto e fare Triplete. La finale inizierà però in salita per la Dinamo che in gara 1 dovrà fare a meno del suo pivot Shane Lawal per squalifica dopo aver esagerato nei festeggiamenti al termine di gara 7.

#SerieABeko #imieiplayoff parzialmente accolto il ricorso di @dinamo_sassari, Shane Lawal squalificato solo per gara 1 della Finale Scudetto

— Basketcaffe.com (@Basketcaffe) June 11, 2015

Venezia – Reggio Emilia 3-4

Altra serie meravigliosa, incredibile ed appassionante. Anche qui, quando sembrava che l’inerzia fosse tutta sbilanciata da una parte (3-2 per Venezia), la serie si ribalta e alla fine a spuntarla è Reggio Emilia, che partiva anche essa da sfavorita ed ha saputo ribaltare il fattore campo. Nonostante gli infortuni, il caldo asfissiante e la stanchezza fisica, le due formazioni dimostrano cosa voglia dire giocare una semifinale playoff: intensità pazzesca, qualità di pallacanestro elevata e capacità di dare più del 100%. I ragazzi di Menetti hanno saputo mettere in campo qualcosa di straordinario riuscendo a giocarsela alla pari e lasciandosi alle spalle il peso dei tanti infortuni (stagione finita per Drake Diener e Mussini, tutt’altro che al meglio Lavrinovic): così i biancorossi compiono un’impresa epica, come voleva che fosse il suo coach.

Per Venezia un’uscita a testa altissima, applaudita da tutto il pubblico: la  squadra di Recalcati paga alla fine l’età media dei suoi alfieri che hanno accusato le dodici partite di playoff giocate in tre settimane, dando tutto a livello psico-fisico. Mentre Reggio ha giocato con il cuore in mano e ha sfruttato la sfrontatezza dei giovani Polonara e Della Valle, e cavalcato alla grande la guida del trio italo-lituano Kaukenas, Lavrinovic e Cinciarini, altro capitano condottiero dei suoi in lacrime dopo la sirena, ma questa volta lacrime di gioia. Una serie emozionante vissuta sui duelli tra Lavrinovic e Peric, Goss e Cinciarini, poi ancora Ress e Stone per i granata e gli arrembanti Della Valle, Polonara e Silins per gli emiliani. I lagunari possono recriminarsi poco se non forse di non aver messo sul parquet quella grinta e voglia di chi ha più fame, che quando le gambe non rispondono, fa la differenza.

Ora Reggio deve saper smaltire in fretta la sbornia e giocarsela a viso aperto, e anche un po’ sfrontato, per continuare a coltivare un sogno. Domenica sera inizia la serie finale per lo Scudetto: la Grissin Bon ha il vantaggio del fattore campo, gara 1 al PalaBigi.

#imieiplayoff @PallacReggiana in finale Scudetto col selfie d'ordinanza @ilpupazzo33 @cincia20 @JoePini @rikycervi14 pic.twitter.com/Y2um8FMwpb

— Basketcaffe.com (@Basketcaffe) June 12, 2015

 

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