PillolaRoma. Anche lui era un ragazzo in difficoltà. Anche lui era stato ospite di una comunità. Poi una sera maledetta accade che lo beccano, non si è capito ancora perché e per quale reato, ma lo beccano. Siccome ha l’aria un po’ così, persa, lo pestano. Va in caserma e qualche spintone ci scappa ancora, ma roba di poco conto. Poi va in prigione e qui le spinte diventano legnate. Lo portano in ospedale ma lui, Stefano Cucchi, ha l’aria un po’ così, persa, che serve curarlo? Qualche antidolorifico e lo riportano in gattabuia ma non ce la fa. Con le costole rotte è difficile non lamentarsi, ma lui ha l’aria un po’ così, persa, si lamenti pure. Continua a fare su e giù, dal carcere all’ospedale, e alla fine, Stefano dall’aria un po’ così, persa, decide di andarsene per sempre. Mica è facile resistere a un dolore atroce e a un corpo che è stato sconquassato dentro! Balletto delle responsabilità poi 13 persone finiscono nei guai. In 13 hanno seguito la lenta agonia di quel ragazzo dall’aria un po’ così, persa, senza muovere un dito. Forse ora qualcuno di loro pagherà. Milano. Anche lei è una ragazza in difficoltà. La beccano e l’accusano di furto. Da quello che dicono è una gran gnocca e la tentazione non è sicuramente quella di pestarla. Lei non ha affatto lo sguardo un po’ così, perso. Ha un numero di telefono importante e, come nei telefilm americani, in caserma glielo lasciano fare. Dall’altra parte della cornetta c’è uno importante davvero. Si chiama Silvio, gli piace il bunga bunga, e gli piace lei, Ruby, presunta nipote di Hosni Mubarak. Detto, fatto. Dopo la telefonata Ruby è libera e fuori ad attenderla c’è nientemeno che un consigliere regionale della Lombardia, mica gli infermieri del “Pertini”. Stefano Cucchi era un ragazzo dall’aria un po’ così, persa, e soprattutto in difficoltà. Ruby è una ragazza dall’aria affatto persa e le sue difficoltà si risolvono con uno squillo. La differenza fra i due sono le amicizie, tossici per Stefano, onorevoli, senatori, ministri, anchorman e papponi dello spettacolo vari per Ruby. Stefano è morto e Ruby potrà vivere, grazie al culo, di luce propria. Non siamo tutti uguali. Proprio no.PillolinaL’Avvenire scatenato. Il giornale dei vescovi, che non si può permettere di attaccare Berlusconi pena il taglio dei danè alle scuole cattoliche, al restauro di chiese e canoniche, all’esenzione dall’Ici e da altre 347 tasse che gli italiani invece pagano, se l’è presa sapete con chi? Con “Blob”, la trasmissione satirica di RaiTre famosa per mostrare gli “errori” e gli “orrori “ della tivvù. Di tutte le tivvù. È successo che mercoledì 27 ottobre, la trasmissione di Enrico Ghezzi abbia mandato in onda una sequenza tratta da “La 25ª ora” di Spike Lee, un film duro, difficile, un lungo percorso di espiazione. Ci scappano parolacce e ci scappa pure qualche bestemmia e l’house organ della Cei l'attacca duramente e frontalmente: “Non si bestemmia – dicono i vescovi – mai”. Il CCC (Centro cattolico cinematografico) che è l’istituto della chiesa preposto alla “guida” ai film, della “25ª ora” ha scritto: “Spike Lee mette in scena una storia di peccato lungo un percorso di espiazione, un cammino irto di difficoltà, fatto di tentazioni, carico di offese e di male parole, segnato da sentimenti difficili da afferrare”. Ultima perla, il film non è vietato, neppure ai 14 anni. Ci chiediamo, noi che abbiamo l’aria un po’ così, persa, per quale cazzo di ragione Berlusconi può bestemmiare in tivvù, e la sua bestemmia deve essere contestualizzata, e quella degli attori di un film che parla di espiazione di un peccato, no. Non siamo tutti uguali. Proprio no.SuppostaA Berlusconi piacciono le donne (anche a noi) e sicuramente non è un peccato né un reato. Piacciono giovani, possibilmente minorenni (a noi no), e se a pagamento meglio. Meno problemi. Un colpo di bunga, 7500 euro e finisce la storia. “Sono fiero della mia vita”, ha detto Silvio, facendo intendere che a lui sta bene così: pillolina, bunga, euro, telefonatina salvifica e Emilio che guarda. Lele è innamorato di Fabrizio e non conta. Ora, a parte il fatto che delle donne di Silvio a noi non ne piace manco una (questione di gusti, Silvio tende decisamente al “volgare”, noi no) ma qualcuno vuole spiegarci perché per i fatti di Berlusconi dovrebbe “intervenire la Chiesa”? Non siamo tutti uguali. Proprio no. E a chi ci dice che siamo come D’Alema potremmo anche mettere le mani addosso. Capiscimi a me!
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SATURDAY POST. Non siamo tutti uguali e Stefano non è Ruby
Creato il 30 ottobre 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
PillolaRoma. Anche lui era un ragazzo in difficoltà. Anche lui era stato ospite di una comunità. Poi una sera maledetta accade che lo beccano, non si è capito ancora perché e per quale reato, ma lo beccano. Siccome ha l’aria un po’ così, persa, lo pestano. Va in caserma e qualche spintone ci scappa ancora, ma roba di poco conto. Poi va in prigione e qui le spinte diventano legnate. Lo portano in ospedale ma lui, Stefano Cucchi, ha l’aria un po’ così, persa, che serve curarlo? Qualche antidolorifico e lo riportano in gattabuia ma non ce la fa. Con le costole rotte è difficile non lamentarsi, ma lui ha l’aria un po’ così, persa, si lamenti pure. Continua a fare su e giù, dal carcere all’ospedale, e alla fine, Stefano dall’aria un po’ così, persa, decide di andarsene per sempre. Mica è facile resistere a un dolore atroce e a un corpo che è stato sconquassato dentro! Balletto delle responsabilità poi 13 persone finiscono nei guai. In 13 hanno seguito la lenta agonia di quel ragazzo dall’aria un po’ così, persa, senza muovere un dito. Forse ora qualcuno di loro pagherà. Milano. Anche lei è una ragazza in difficoltà. La beccano e l’accusano di furto. Da quello che dicono è una gran gnocca e la tentazione non è sicuramente quella di pestarla. Lei non ha affatto lo sguardo un po’ così, perso. Ha un numero di telefono importante e, come nei telefilm americani, in caserma glielo lasciano fare. Dall’altra parte della cornetta c’è uno importante davvero. Si chiama Silvio, gli piace il bunga bunga, e gli piace lei, Ruby, presunta nipote di Hosni Mubarak. Detto, fatto. Dopo la telefonata Ruby è libera e fuori ad attenderla c’è nientemeno che un consigliere regionale della Lombardia, mica gli infermieri del “Pertini”. Stefano Cucchi era un ragazzo dall’aria un po’ così, persa, e soprattutto in difficoltà. Ruby è una ragazza dall’aria affatto persa e le sue difficoltà si risolvono con uno squillo. La differenza fra i due sono le amicizie, tossici per Stefano, onorevoli, senatori, ministri, anchorman e papponi dello spettacolo vari per Ruby. Stefano è morto e Ruby potrà vivere, grazie al culo, di luce propria. Non siamo tutti uguali. Proprio no.PillolinaL’Avvenire scatenato. Il giornale dei vescovi, che non si può permettere di attaccare Berlusconi pena il taglio dei danè alle scuole cattoliche, al restauro di chiese e canoniche, all’esenzione dall’Ici e da altre 347 tasse che gli italiani invece pagano, se l’è presa sapete con chi? Con “Blob”, la trasmissione satirica di RaiTre famosa per mostrare gli “errori” e gli “orrori “ della tivvù. Di tutte le tivvù. È successo che mercoledì 27 ottobre, la trasmissione di Enrico Ghezzi abbia mandato in onda una sequenza tratta da “La 25ª ora” di Spike Lee, un film duro, difficile, un lungo percorso di espiazione. Ci scappano parolacce e ci scappa pure qualche bestemmia e l’house organ della Cei l'attacca duramente e frontalmente: “Non si bestemmia – dicono i vescovi – mai”. Il CCC (Centro cattolico cinematografico) che è l’istituto della chiesa preposto alla “guida” ai film, della “25ª ora” ha scritto: “Spike Lee mette in scena una storia di peccato lungo un percorso di espiazione, un cammino irto di difficoltà, fatto di tentazioni, carico di offese e di male parole, segnato da sentimenti difficili da afferrare”. Ultima perla, il film non è vietato, neppure ai 14 anni. Ci chiediamo, noi che abbiamo l’aria un po’ così, persa, per quale cazzo di ragione Berlusconi può bestemmiare in tivvù, e la sua bestemmia deve essere contestualizzata, e quella degli attori di un film che parla di espiazione di un peccato, no. Non siamo tutti uguali. Proprio no.SuppostaA Berlusconi piacciono le donne (anche a noi) e sicuramente non è un peccato né un reato. Piacciono giovani, possibilmente minorenni (a noi no), e se a pagamento meglio. Meno problemi. Un colpo di bunga, 7500 euro e finisce la storia. “Sono fiero della mia vita”, ha detto Silvio, facendo intendere che a lui sta bene così: pillolina, bunga, euro, telefonatina salvifica e Emilio che guarda. Lele è innamorato di Fabrizio e non conta. Ora, a parte il fatto che delle donne di Silvio a noi non ne piace manco una (questione di gusti, Silvio tende decisamente al “volgare”, noi no) ma qualcuno vuole spiegarci perché per i fatti di Berlusconi dovrebbe “intervenire la Chiesa”? Non siamo tutti uguali. Proprio no. E a chi ci dice che siamo come D’Alema potremmo anche mettere le mani addosso. Capiscimi a me!
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