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SATURDAY POST. Più pilu e cemento per tutti. E per Bossi un full-time riabilitativo

Creato il 08 gennaio 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
SATURDAY POST. Più pilu e cemento per tutti. E per Bossi un full-time riabilitativoPillola.È la notizia del giorno. Il 14 e il 15 gennaio Cetto LaQualunque “salirà” ufficialmente in campo. Lo farà seguendo la tradizione cara al Pd, al Pdl, all’Idv e alla Lega, posizionando gazebo strategici nelle piazze italiane. L’obiettivo ufficiale è il lancio di Qualunquemente, il film di Giulio Manfredonia che racconta la vita, l’arte e gli amori del personaggio più “onesto” di questi ultimi tempi (dice senza ipocrisie quello che vuole e quali sono i suoi ideali) incarnato da Antonio Albanese. Quello subliminale sarà invece la raccolta di firme che consentiranno al cementificatore calabrese di entrare in politica partendo già dai piani alti e non dal sottoscala. Il programma di Cetto LaQualunque è chiaro, lineare, non si presta ad equivoci. Il suo motto “I Have not Dream, ma mi piace u pilu”, è stampato ormai dappertutto e sta raccogliendo iscritti fra tutti gli strati sociali, dagli intellettuali agli analfabeti. Partendo dal grido di battaglia “Basta con la disoccupazione! Basta col carovita! Basta con la giustizia!”, il futuro premier di questo paese ha già raccolto migliaia di ammiratori, fan e sostenitori sia sul suo sito che sul profilo di Facebook. Novello Obama, Cetto LaQualunque furoreggia a livello mediatico perché oltre a dire quello che pensa (e che pensano tutti i fans di Silvio e del berlusconismo e, quindi, la maggioranza degli italiani), si avvale di una dialettica chiara, senza fronzoli, a volte perfino brutale. Quale frase può esprimere meglio il Silvio pensiero (e quindi quello degli italiani) in materia di governance se non “Più pilu e cemento per tutti”? Quale, il rapporto con la magistratura se non “Caro giudice la legge è uguale per tutti ma tu fatti i cazzi tuoi!” E quale, la teoria così abilmente espressa da Stracquadanio sulle donne in politica se non “Sotto la quarta di reggiseno non è vera passione politica”? Il valore aggiunto di Cetto, oltre al dire sempre ciò che pensa, sono le strafighe di cui si circonda che, lontane dall’interpretare la semplice scena di una “burlesque”, rappresentano idealmente il sogno di milioni di italiani: donne belle, schiave, decerebrate ma con una quarta di reggiseno che non può non far godere. L’ha pronunciato da Fazio domenica scorsa ma lo riportiamo perché è l’epitaffio di questa nazione di imbelli travestiti da puttanieri: “Il 2010 ci ha regalato molte soddisfazioni e alcune ottime notizie, tra cui un decesso eccellente: dopo lunga e penosa malattia, è morta la morale!".PillolinaOltre che un paese di imbelli (e di puttanieri con tutto il rispetto per le puttane), l’Italia è da sempre la residenza fissa degli ipocriti. Questo è un paese che funziona alla rovescia e che non sempre ha le idee chiare sul significato di alcune parole. Prendiamo il caso di Umberto Bossi. Dopo l’ictus che ne ha palesemente minato la capacità comunicativa, invece di ritirarsi dalla scena politica pubblica, ha continuato ad essere presente non mancando un’occasione per rilasciare interviste, dichiarazioni e perfino fare qualche battuta. La fregatura è che per comprenderlo a volte occorre la traduzione di Calderoli, il che equivale alla assoluta incapacità di interloquire. Quello che stiamo dicendo ora, e cioè che Bossi non dovrebbe più apparire in televisione per non terrorizzare i bambini, lo pensano milioni di italiani e se non fosse l’ipocrisia la loro qualità migliore, lo direbbero senza ammantarsi di “cattolica comprensione”. Se non continuassimo a scambiare la carità con la solidarietà (diversa dalla mutualità che è un concetto tutto “operaio”), forse questo sarebbe un paese migliore. Probabilmente non dovrebbe un cieco vincere il Festival di Sanremo per dimostrare che gli italiani sono convinti che siamo tutti uguali e, men che meno una ragazza di colore Miss Italia per dimostrare che non siamo razzisti. Probabilmente gli amori verrebbero vissuti alla luce del sole e non all’ombra del confessionale e, probabilmente, il “fallo purché nessuno ti veda” (concetto che va dal rubare al copulare con amanti vari) non avrebbe assunto il valore assoluto che oggi si porta appresso. Il vivere alla luce del sole la vita e gli affetti è invece da sempre identificabile nella “sindrome della talpa”, con tanto di gallerie nelle quali rinserrarsi e vicoli e stradine secondarie da percorrere per mantenere l’anonimato. Santi, poeti, navigatori e ipocriti (ladri, malfattori, violenti e puttanieri). SuppostaLa polemica è di queste ore. Il presidente Napolitano, inaugurando l’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ha detto che chi non festeggia è un po’ pirla. Ha anche detto che non rispettare l’unità del paese significa indebolire il federalismo di cui “qualcuno” si sta facendo il portabandiera. Ha risposto Bossi: “Aiurgèwmùaèesoj RòAVHJQ AòEGJMVWàPRO HJAàORIVMHJàWT”. Viva L’Italia.

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