Magazine Diario personale

SAUDADE. Lettera ad un'amica perduta.

Da Nenecherie
Che ho uno strano concetto di pudore io. Per esempio non riesco a scrivere direttamente a te perché sei tu e siamo noi e abbiamo tutto quel bagaglio di cose e soprattutto perché quando qualcosa mi sta veramente a cuore io non ne parlo. Però riesco a scrivere "verso" te spiattellando gli affari miei a tutti, ma proprio tutti. Che è quello che sto facendo adesso. Ma tu vedi un po' che razza di minorata mentale che sono.
Ma è che, vedi, questa lettera io ce l'ho nei polpastrelli da 10 anni. Fastidiosa come un prurito intimo. Ed è rimasta là, nelle mie dita, questa lettera perché sai com'è...l'orgoglio, la dignità, il prima tu, il prima io, il risentimento, gli impegni.
Volevo dirti che ti ho amata come si ama il primo amore e che ti ho odiata come si odia solo poche volte nella vita. Ti ho odiata come si odia ciò che si ama e che non si ha più.E ti ho messa nella cartella delle "delusioni importanti", che in fin dei conti in questa cartella ci sei solo tu e un'altra persona e quindi mi posso ritenere fortunata no? Tra l'altro 2 femmine. La cosa mi inquieta non poco.
Non ti ho pensata tutti i giorni in questi 10 anni. L'ho fatto a volte. Dapprima sempre, poi meno, poi poco e adesso il giusto. Ad esempio ti ho pensata la mattina del mio matrimonio, quando ho realizzato che no, nessuno ti aveva avvisata e non ti eri precipitata a mia insaputa a Piazza Municipio per abbracciarmi e dirmi che mi volevi ancora bene. E poi ho pensato che sarà lo stesso il giorno del tuo matrimonio, che Napoli è un paesino e io lo so che ti stai per sposare anche tu. Ecco io non ci sarò. E non è una recriminazione, credimi. Io so bene perché non ti ho detto nulla della mia vita e posso immaginare perché tu abbia fatto altrettanto. Non che il matrimonio sia un evento più importante di un altro, anzi. Però ha sempre quella carica di sentimentalismo difficile da sradicare...
E ricordo che la prima volta che ti ho vista ti trovavo insopportabile. E ricordo che abbiamo cantato insieme "T'appartengo" di Ambra mentre tornavamo a casa da scuola e sapevamo tutte le parole e allora ci siamo guardate e abbiamo scoperto che forse forse potevamo pure essere amiche noi due. Anche se io ero Kelly e tu eri Andrea e si sa che Kelly e Andrea non hanno nulla da spartire. Potranno avvicinarsi in un paio di puntate, per esigenze di copione, ma poi ognuna per la sua strada.E ricordo le lunghe chiacchierate sulla politica a 11 anni, quando era così bello pensare di aver capito tutto del mondo e dammi il tempo di diventare grande, mondo, che ti sistemo io.E ricordo che avevamo un diario a 4 mani, che mica ce l'hanno in molti un diario così o sbaglio? E chissà che fine ha fatto quel diario. Probabilmente ce l'hai tu. Che sei sempre stata un'accentratrice. Ma è meglio se ce l'hai tu quel coso perché ritrovarlo potrebbe essere davvero troppo per me.E ricordo che ero così possessiva e che ti guardavo e vedevo in te una capacità di essere viva e serena e che tutto ti veniva così dannatamente facile, mentre io stavo ancora là a litigare con me stessa.E ricordo che spesso non ci capivamo ma che ci facevamo tante risate.E ricordo che eri la mia famiglia, ma io non ero la tua.E ricordo che ci lavavamo i denti ed era la cosa più divertente che potessimo fare insieme. Tu sai perché. Che poi a me manco piace lavarmi i denti.E ricordo le lunghe chiacchierate in bagno.E ricordo che tu avevi le Marlboro Light e io le CaccaB. E questa cosa avrebbe dovuto indurmi a riflettere.
E ricordo che quando 3 arpie mi aggredirono a Piazza del Gesù tu ti allontanasti e non facesti nulla per aiutarmi.E ricordo che mi regalasti un quaderno speciale affinché mi aiutasse a diventare una grande scrittrice. Ecco, volevo dirti che io ci scrivo le ricette oggi. Ma vedi il fatto è che i quaderni speciali mi mettono ansia. Le ricette meno.E ricordo che per un anno non ci siamo parlate e io ho pensato che non avrei mai più avuto un'amica in vita mia. Poi hai bussato alla mia porta e mia nonna era morta e la tua pure e abbiamo pianto e ci siamo abbracciate strette strette sul letto per un'ora e abbiamo giurato che mai più, mai più. Ma mentivamo.
E ricordo come era bello stare di nuovo insieme, almeno per un po'.E ricordo che ridevi con la tua nuova amica sul terrazzo di cose che io non conoscevo e che tu non mi spiegavi ed ero così triste e gelosa, come nessun uomo mi ha reso mai.E ricordo che eri sempre più lontana da me.E ricordo la scusa che hai usato per allontanarmi definitivamente. Che ci ho provato a spiegarti, ma che non volevi capire perché in realtà non avevi più bisogno di me.E ricordo che avevo comprato una scheda per chiamarti in Germania, ma che a te non andava di sentirmi e che quindi a un certo punto l'ho buttata.E ricordo che quando sei tornata non hai voluto vedermi. Non mi hai cercata, ti sei negata. E io, vedi, ci ho provato a recuperare, a rivederti, ma non era più la stessa cosa perché avevi fatto un buco dentro di me dove tutto scompariva e si anestetizzava. Anche tu. Ed è stato allora che ho iniziato a odiarti. 
Io oggi non ti odio. Forse non ti ho mai odiata. Ti ho accantonata, come si accantona il pensiero delle tasse da pagare perché non ha senso pensarci e fa solo male allo stomaco, al fegato e a tutto il resto.E non ti rivoglio nella mia vita perché tu non mi hai voluta nella tua e, credimi, ti avrei perdonato qualsiasi cosa, avrei accettato qualsiasi meschinità o tradimento da parte tua, ma non posso accettare e digerire questa tua decisione legittima.
D'altronde tu sei Andrea e io sono Kelly, quindi il nostro destino era segnato dall'inizio. Ed è stato stupido pensare il contrario.
E forse è stato meglio così perché le delusioni sono più istruttive delle illusioni. Ed io ho imparato ad essere una buona amica, spero. A non chiedere troppo e ad accontentarmi di ciò che gli altri riescono a dare. Ho imparato ad amare chi mi ama. A stare zitta, se necessario. Ho imparato che posso farcela anche se mi sembra che il mondo mi stia per crollare addosso. E non mi manchi nemmeno, oggi. O almeno non mi manchi proprio tu, ma piuttosto l'idea di te. E forse era questa la saudade che cercavi di spiegarmi e io ti dicevo "nostalgia" e tu dicevi che no, che è una cosa diversa. 

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