Le giornate più inaspettate a volte ci portano in dono sorprese gradite.
E’ capitato così che parlottando con la mia compagna, nella sala della nostra abitazione, si è deciso, dopo un dialogo piuttosto comune, di iniziare la visione di questo film. “Cosa abbiamo da vedere”, mi ha detto Lei stringendo tra le braccia la nostra bimba; “Non un gran che amore. La solita merda e poco altro; purtroppo passa sempre più tempo, amore, dalla visione di un buon prodotto all’altra. Se proprio vuoi abbiamo il film che racconta la vera storia di Mary Poppins; di come è stato prodotto il film intendo.”, ho risposto quasi frustrato dalla pochezza del cinema contemporaneo.
Poco dopo, seppur controvoglia, stavo guardando Emma Thompson che si muoveva nella sua casa di Londra. Devo ammettere che lo stato d’animo non era dei migliori. Tra mia figlia che batteva i giocattoli sul tavolo di vetro, il telefono che suonava. Mi rendevo conto, in tutto quel trambusto, di non essere particolarmente attratto dalla pellicola. Ma non si può essere attratti da una pellicola se non si presta attenzione; non si può apprezzare un film se non lo si contestualizza in un genere ben preciso. Non si può giudicare se prima non si è analizzato, capito, ammirato.
Così, non appena “la piccola satanella” ha chiuso gli occhi, mi sono alzato e l’ho fatto ripartire dall’inizio. La storia narra, come è facile intuire, dei due o tre anni che hanno preceduto al produzione di uno dei più grandi film Disney, vincitore di ben 5 oscar: Mary Poppins.
Ho avuto la fortuna, grazie a quella mossa un po azzardata, di poter apprezzare un lungometraggio che merita di essere visto. Una storia che scava nella natura umana della protagonista e ci fa capire, seppur attraverso una contestuale narrazione del passato, dove siano le radici di un carattere duro e risoluto.
Un prodotto che, se visto con il giusto stato d’animo (ovvero quello del patito di film e non del ragazzino che vuole dimostrare “chi lo ha più lungo”), ci fa capire che le tentazioni sono spesso più imponenti dei grandi amori e che i nostri vizi più torbidi vanno ad alterare l’esistenza dei nostri figli, generando, talvolta, voragini incolmabili.
Nonostante la realtà sia stata alterata in più di un dettaglio la pellicola è molto più che amabile e le interpretazioni di Farrel, Thompson e Haks sono molto credibili (e non sono certe le uniche degne di nota).
Un film che Vi appagherà; come sempre saranno sprecate, senza dubbio, le più disparate opinioni (troppo dozzinale, esageratamente sentimentale, mieloso, enormemente scontato). Personalmente l’ho molto apprezzato e mi sento di consigliarlo a tutti gli amanti del buon cinema.
Le persone, per essere chiari, che non hanno un “genere di film preferito” e sono in grado di stimare un racconto, seppur in parte travisato, che ci spiega come un grande lavoro ha preso vita . Prima di tutto grazie alla capacità narrativa di un’Australiana in grado di creare un perfetto personaggio Britannico e successivamente alla tenacia e al genio di Disney. In questo percorso che spedito ci conduce da “A” a “B” avremmo anche il privilegio di capire, lo dico per gli amanti della scrittura, come il personaggio Mary Poppins sia stato plasmato prima di essere narrato.
Gli altri si perdano pure in chiacchiere da bar o in prolisse recensioni filosofiche, politiche, morali. Si ricordino però che se mai dovessero perdersi lungo il cammino: “basta un poco di zucchero e la pillola va giù, la pillola va giù ….. La pillola va giù”.